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Tv, Brindisi: "Vaccini e green pass essenziali per uscire da questo incubo”

di Mirko Crocoli

Il giornalista Giuseppe Brindisi, classe '62, pugliese doc, conduttore di “Tg4” e “Zona Bianca” si confessa con Affaritaliani: famiglia, lavoro, i colleghi e...

Volto noto e amato del piccolo schermo, Giuseppe Brindisi, classe '62, pugliese doc, giornalista, conduttore di “Tg4” e “Zona Bianca” (quest’ultima in prime time), è una delle colonne portanti per l’informazione del gruppo Mediaset. I suoi trascorsi in Radio risalgono ai primi anni Novanta quando, dal piccolo comune di Modugno, inglobato nella città metropolitana di Bari, inizia a muovere i primi passi. Ma c’è Milano ad attenderlo e le reti del Cavaliere ove vi trascorrerà ben trent’anni della sua vita, partendo dapprima con “Pressing” e “Studio Sport” per poi gettarsi - senza indugi - nel mondo dell’attualità e della politica guidando, oltre gli attuali ultimi talk, anche “Studio Aperto”, “Tg5”, “Verissimo”, “Tgcom24”, “Dalla vostra parte” e “Stasera Italia”. Ha collaborato con Paolo Liguori, Mario Giordano, Carlo Rossella, Paolo Del Debbio ed Enrico Mentana e presentato in coppia (Tg e/o Talk) con Simona Branchetti, Benedetta Corbi e Veronica Gentili. Ma ripercorriamo ora, con l'ausilio del diretto interessato, l'intera sua carriera professionale, dagli esordi nelle emittenti radiofoniche regionali fino all’approdo nella più gettonata fascia oraria, quella che oggi lo consacra a tutti gli effetti come uno dei migliori anchorman del palinsesto televisivo italiano.     

Giuseppe, tutto parte da Bari e dalle Radio locali giusto?
"In realtà tutto inizia molto prima, a 10 anni, con un registratore Grundig sulla terrazza di casa mia che si affaccia su un campo sportivo. Ritagliavo ogni domenica le formazioni della partita più importante e registravo la radiocronaca che si svolgeva sul campetto. Sono le prime radiocronache che, tra l’altro, ancora conservo con particolare cura poiché è quello il mio vero battesimo. E poi sì, arrivano le Radio che allora erano per veri e propri pionieri. Due piatti, un registrato, un microfono e via. Ho cominciato con un programma dedicato ai cantautori di musica italiana".

Poi Milano (correva l’anno 1991) dove ad attenderla c’erano le reti Mediaset. Un rapporto trentennale. Ricordi di quel periodo?
"Esattamente, sono 30 proprio quest’anno. Estate ’91 vado a Milano per una sostituzione e a Settembre sono stato assunto, quindi il prossimo settembre “spacchiamo” il trentesimo. Di aneddoti ce ne sarebbero tantissimi. Mi piace ricordare Marino Bartoletti che è stato il direttore allo Sport e Massimo Corcione che era il capo redattore. Senza di loro non saprei nulla di quello che oggi so. Con Corcione rimanevamo ore prima di confezionare il servizio e anche dopo la chiusura del medesimo, poiché era routine dissertare animosamente su quello che era stato fatto bene e quello che era stato fatto male. Un prolifico continuo confronto. Senza di loro ora non sarei qui".

Prima lo sport con “Pressing” e poi l’informazione a tutto tondo con “Studio Aperto”, “Tg5”, “Verissimo”, “TGcom24”, “Tg4” (che tutt’ora conduce per gran parte dell’anno), “Dalla vostra parte”, “Stasera Italia” e la nuova trasmissione “Zona Bianca”, in prime time. Avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe occupato tutta la vita di attualità e politica? L’informazione è un habitat a lei congeniale?
"Non tanto pensato ma sperato di fare informazione politica e di attualità. In realtà lo facevo anche nei primi tempi di Radio. Un’attenzione ai temi di attualità c’è sempre stata sin dai quei lontani periodi. Tutto questo forse deriva dalla mia formazione umanistica, avendo oltretutto studiato dai Gesuiti, quindi, in qualche maniera, sotto quel punto di vista qualcosa di importante mi è rimasto".

C’è una tecnica infallibile che lei usa per il Tg4, vincente fin qui. Si avvale costantemente di un ospite fisso (o quasi), ad esempio Piero Sansonetti. E’ anche questa la chiave vincente del suo Tg?
"Sì, il Tg4 in questo momento nel panorama dell’informazione italiana è un format unico. Tentano di imitarci, ma non ce la fanno. Un format ideato da Andrea Pucci insieme con il Direttore Generale dell’Informazione di Mediaset Mauro Crippa. La presenza di due opinionisti fissi quali Piero Sansonetti e Paolo Guzzanti più, a seconda della giornata, i vari politici, esperti e – nell’ultimo anno - virologi e scienziati è un sistema ormai certificato, un’idea vincente perché gli ascolti, così come la vendita della pubblicità, sono saliti. Che dire, veramente orgoglioso di essere il volto della sera di questo Tg".

(Segue...)