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Tv, Brindisi: "Vaccini e green pass essenziali per uscire da questo incubo”

di Mirko Crocoli

Il giornalista Giuseppe Brindisi, classe '62, pugliese doc, conduttore di “Tg4” e “Zona Bianca” si confessa con Affaritaliani: famiglia, lavoro, i colleghi e...

Andiamo a “Zona Bianca”. Ottima prima serata il mercoledì e i risultati arrivano. Quale – anche qui - la ricetta del suo talk?
"Anche in questo caso l’idea è del Direttore Mauro Crippa. Lo devo ringraziare per aver pensato a me per una serata del mercoledì che, in Prime Time, è veramente molto difficile. Mi ha passato il testimone Barbara Palombelli, ma la trasmissione è tutta nuova, rivolta sia alla politica che alla cronaca. L’idea di continuare anche durante l’estate è stata vincente perché oltre a fidelizzare un pubblico sempre più attento alle dinamiche attuali ci rende oltremodo corazzati per il prossimo autunno. Politica sì, ma anche tanta cronaca, questa la formula vincente a mio avviso".

Vuole ringraziare qualcuno in particolare?” Autori, regista…
"L’elenco delle persone da ringraziare per Zona Bianca è lunghissimo. Due per tutti, il condirettore Siria Magri, che riesce magicamente a switchare su tutti i mille programmi e Marco Ferrante, responsabile della trasmissione, il quale ricevuti gli input dalla Magri li trasmette al resto della la squadra. Un equipe fantastica. Non basterebbe una pagina intera per ringraziarli tutti, però ciascuno dei collaboratori, soprattutto in questa difficile estate, meritano la mia incondizionata gratitudine".

D. Ha collaborato con: Paolo Liguori, Carlo Rossella, Mario Giordano, Paolo Del Debbio ed Enrico Mentana. Una parola, un aggettivo, un pensiero per ognuno?
"Cercherò di essere più sintetico possibile anche se non è facile considerando la straordinaria competenza dei nomi citati. A Paolo Liquori debbo lo switch transport e politica. E’ lui che mi porta a “Studio Aperto” e diventa il mio padre putativo a Milano. Mi controllava anche di sera, quando uscivo nelle mie scorribande serali. Di Carlo Rossella non mi invento niente, il “dandy” dell’informazione italiana; eleganza e professionalità allo stato puro. Mario Giordano; severo ma giusto! L’ho avuto in diversi momenti della carriera come direttore. Grande stakanovista, dalla straordinaria preparazione. Paolo Del Debbio, bè, il Professore (con la “P” maiuscola), il “toscanaccio”, c’è molto da imparare da lui, anche in quanto a simpatia. Per Enrico Mentana ho un affetto atavico, parliamo di colui che mi ha portato a Roma, al Tg5! Gli devo tanto, mi ha insegnato quello che possiamo definire “il fiuto della notizia”. Uomo di grande intelligenza e anche “velocità”, non solo nel parlare ma anche nel pensare".

Ora è romano d’adozione. La famiglia quanto è stata importante durante questo lungo “viaggio”?
"Oggi sono romano d’adozione, ma sono stato anche milanese (a dire il vero) ove ho vissuto per 10 anni e mi sono anche sposato una prima volta. La famiglia è la mia bussola, mia moglie Annamaria e mia figlia Benedetta sono praticamente tutto! Mi indicano la strada e mi riempiono d’amore anche quando sono fisicamente lontano. Di sicuro, senza il loro supporto non riuscirei a stare cinque giorni su sette a Milano. Impensabile".

Covid-19. Suo punto di vista su vaccini e green pass?
"Di solito queste sono domande che faccio sovente ai miei ospiti in studio, sia al Tg che a Zona Bianca. Non le nascondo che sul Covid ho le idee abbastanza chiare. Io penso che l’unico modo per uscire da questa maledetta pandemia sia il vaccino, reale ed indiscussa prevenzione, poi ben vengano tutte le cure. Pensi che se fosse stato per me avrei reso il vaccino obbligatorio. Sul green pass, fuori da ogni ipocrisia, credo sia anch’esso necessario. Chi grida alla perdita della libertà o dei dati personali dico – con tutta onestà - che i nostri dati personali li diamo ogni giorno dal momento in cui accendiamo il telefono. Quindi – fuor di dubbio - green pass giusto e vaccino giustissimo per uscire quanto prima da questo dramma biblico".

Chiudiamo con un aspetto personale, intimo. Ci dice pregi e difetti di Giuseppe Brindisi?
"C’è un aspetto della mia personalità che può essere inteso come difetto, ma è anche  la mia dote principale; la leggerezza, o meglio, la capacità di affrontare con “tenuità” cose belle e brutte della vita. Se lo si guarda con occhio negativo si potrebbe parlare di superficialità, se invece lo vogliamo analizzare con occhio più comprensivo, attento, scrupoloso, allora è quella dote indispensabile per non farci abbattere dalle cose brutte e – oltremodo - non esaltaci troppo per quelle entusiasmanti. Il giusto equilibro!!! Forse è questo il Giuseppe Brindisi più intimo".