Viaggi
Turismo: le vacanze di Natale si chiudono in positivo, soprattutto nelle grandi città ed in montagna
Dopo il segno "+" del 2024 anche il nuovo anno si apre con segnali incoraggianti per il settore. Ribacchi (Bzar): "
Dopo un buon 2025 anche il 2025 del turismo parte in positivo
Grandi città d'arte e montagna. Sono i settori vincenti per il turismo delle vacanze di Natale e Capodanno appena concluse. Dati complessivi non ce ne sono ma singolarmente città e le principali località sciistiche hanno raccolto numeri positivi. Il tutto confrontato con lo stesso periodo del 2024, anno che ha visto il turismo in Italia crescere dell'1,6%, con numeri record.
Merito soprattutto dei turisti stranieri attratti come non mai dalle bellezze dell'arte e della storia e che soffrono meno degli italiani il caro prezzi. Ed è proprio questo il motivo con cui si spiega la flessione, leggera, del mercato interno. I costi ad esempio degli spostamenti da nord a sud e ritorno, pensiamo ad aerei e reni, hanno raggiunto livelli insostenibili e non a caso sono stati oggetto di polemiche.
Festeggiano soprattutto gli operatori della montagna, favoriti anche dalla neve mai mancata fin dall'inizio di dicembre. Le principali località hanno fatto segnare un costante "tutto esaurito" (a Courmayeur ad esempio i gestori degli impianti di risalita parlano di "afflusso mai visto...") ma anche diverse nuove mete hanno festeggiato. Come capitato ad esempio in Friuli Venezia Giulia dove sulle pista è stato registrato un importante +34% di presenze.
Ma a farla da padrone soprattutto per il turismo dall'estero, restano le grandi città, per cui ormai bisogna allargare il cerchio al trittico Roma-Firenze-Venezia. Napoli ormai è luogo preso d'assalto (si parla di 400 mila turisti nelle feste), lo stesso dicasi per Torino, sempre più in auge, e Milano, sempre più città dedita al turismo e non solo agli affari. Come conferma Filippo Ribacchi, fondatore di BZAR Hotel Gruop, oltre 50 strutture gestite in tutto il paese)
"Il mercato sta mostrando segnali incoraggianti. Abbiamo visto una crescente domanda soprattutto da parte di clienti internazionali, mentre il mercato domestico continua a mantenere un buon flusso, supportato anche dalle festività e dalle vacanze invernali. Le dinamiche del settore stanno evolvendo, con un particolare focus su esperienze uniche e soggiorni più lunghi, che sembrano essere la nuova tendenza. Per le vacanze di Natale e Capodanno abbiamo riscontrato un buon tasso di occupazione e notato che molti hanno prenotato "last minute" un po' per l'incertezza economica e geopolitica internazionale, un po' alla ricerca di qualche offerta dell'ultim'ora".
Come si è diviso il mercato tra clientela interna e straniera?
"I mercati che hanno risposto meglio sono stati quelli europei, in particolare quello tedesco e francese, che continuano a scegliere l'Italia per il fascino culturale e l'offerta di esperienze autentiche. Inoltre, i visitatori statunitensi stanno mostrando un forte interesse, soprattutto per le città storiche come Roma e Firenze. Il mercato asiatico, purtroppo, è ancora in fase di recupero a causa delle restrizioni di viaggio e delle preoccupazioni economiche".
Ha parlato di esperienze autentiche. È su questo che punta BZAR?
"Direi proprio di si. Il nostro modello di gestione (sempre più apprezzato dato che il gruppo ha raggiunto e superato in pochi mesi i 50 hotel in gestione e punta deciso per il 2025 a numeri ancora più alti) è nato proprio in risposta alle esigenze della clientela ma anche dei proprietari. Molti alberghi infatti si erano da un certo punto di vista "fermati" per quanto riguarda il concetto di ospitalità moderna e sull'offerta dei servizi. Bzar invece punta proprio su questo, creando esperienze differenti, cucite su misura per il cliente. Basti pensare ad esempio a chi viene a Roma. Sono milioni i turisti spesso però bloccati in riti e visite tutte uguali; la nostra idea è di creare un nuovo concetto di soggiorno capace di "emozionare" mantenendo standard di servizi di alto livello, perché questo è quello che i clienti vogliono".
Quindi un turismo sempre più di lusso...
"La parola lusso è molto utilizzata ma rischia di essere fuorviante. quello che si cerca è l'unicità, è la cosa particolare fuori dagli schemi, che non sempre si traduce in qualcosa di costoso. Di sicuro soprattutto il mercato estero vuole l'alto livello, dalla stanza alla cucina, dall'experience all'attenzione ai dettagli. Dobbiamo sempre ricordare poi che per i turisti stranieri quello che per un italiano è un prezzo alto per loro è la normalità, anzi, spesso una cifra conveniente".