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Wikileaks: via all'udienza di Assange, rischia l'estradizione in Usa
L’Alta Corte di Londra dovrà decidere se accogliere l'appello della difesa dell'attivista contro la sua procedura di estradizione in Usa
Wikileaks: via all'udienza di Assange, rischia l'estradizione in Usa per spionaggio. La moglie: "E' una questione di vita o di morte"
E' iniziata a Londra l'udienza decisiva sull'estradizione di Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks potrebbe essere estradato dal Regno Unito negli Stati Uniti, dove è accusato di spionaggio e rischia una condanna a 175 anni di carcere. Assange non si è presentato in aula per motivi di salute, ha detto il suo avvocato, Edward Fitzgerald. Presente invece la moglie di Assange, Stella, che ha ringraziato la folla di manifestanti che da questa mattina stanno chiedendo la libertà per il giornalista australiano. L'udienza durerà due giorni e il verdetto potrebbe arrivare nella giornata di domani.
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Assange, 52 anni, è detenuto dal 2019 in un carcere di massima sicurezza nel sud-est di Londra e sta continuando da anni la sua battaglia legale per evitare l'estradizione negli Usa. Una battaglia sulla quale a breve potrebbe essere messa la parola fine. Il tribunale londinese infatti dovrà decidere se Assange ha ancora diritto a ricorrere in appello nel Regno Unito oppure se deve essere giudicato dalle Corti americane. In America Assange deve rispondere delle accuse ai sensi dell'Espionage Act del 1917 che potrebbero equivalere a una condanna fino a 175 anni di prigione, anche se gli avvocati del governo degli Stati Uniti avevano affermato che è più probabile che sia condannato a una pena da quattro a sei anni.
Le accuse degli Stati Uniti contro Assange risalgono al 2010, quando WikiLeaks pubblicò decine di migliaia di documenti militari e diplomatici segreti trapelati da Chelsea Manning, un'analista dell'intelligence dell'esercito Usa condannata a 35 anni di prigione ma poi 'graziata' da Barack Obama dopo sette anni di carcere. I file rivelavano rapporti diplomatici nascosti e rivelazioni sulle morti di civili nelle guerre Usa in Iraq e Afghanistan. Nel maggio 2019, durante la presidenza Trump, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato Assange di aver violato l’Espionage Act, pubblicando informazioni governative coperte da segreto, accuse che sollevano profonde questioni legate al Primo Emendamento. L’amministrazione Obama aveva preso in considerazione l’idea di accusare Assange, ma ha deciso di non farlo a causa della minaccia alla libertà di stampa.
Ma Assange si trova a Londra da molto prima del 2019: nel giugno 2012, è entrato nell'ambasciata dell'Ecuador della capitale britannica per sfuggire all'estradizione in Svezia, dove era accusato di cattiva condotta sessuale e stupro, accuse che sono state successivamente archiviate. La sua permanenza all'ambasciata ecuadoriana è durata sette anni, ma nell’aprile 2019 l'Ecuador decise di espellerlo e poche settimane dopo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha aperto un atto d'accusa contro Assange per 18 capi di imputazione correlati alla violazione dell'Espionage Act. In caso di sconfitta, Assange sarà costretto a lasciare il Regno Unito e sarà trasferito negli Usa: l'unico ostacolo al suo trasferimento potrebbe essere la Corte europea dei diritti umani, dove è già stata presentata un’istanza per bloccare l'estradizione.