Finanza

I robot investors per risparmiatori e investitori

Secondo i risultati di una recente ricerca dell’associazione Better Finance, con sede a Bruxelles, sta modificandosi in senso positivo l’attitudine delle persone comuni nei confronti di questi sistemi automatici di consulenza sugli investimenti.

In breve, come già abbiamo detto in un precedente articolo, i Robot Advisers (o Advisors) sono per lo più solo basati sul collegamento internet e utilizzano programmi e algoritmi che elaborano l'input fornito dal consumatore per quanto riguarda le sue esigenze finanziarie e il profilo di rischio, al fine di indirizzare gli utilizzatori verso gli investimenti più appropriati. Questi servizi automatizzati di consulenza di investimento hanno il vantaggio di essere molto meno costosi rispetto ai loro omologhi tradizionali e costituiscono un'alternativa interessante per quegli investitori che non necessitano di soluzioni complesse e personalizzate.

Ora Better Finance, la Federazione europea degli investitori e degli utenti di servizi finanziari, ha pubblicato i risultati della sua ricerca sui robot, analizzando e comparando le principali piattaforme basate negli Stati Uniti con una selezione di quelle europee più recenti.

Considerando che le varie piattaforme che sono state studiate in realtà non forniscono una vera e propria consulenza, tantomeno una vera e propria personalizzazione, i principali servizi riscontrati sono più vicini ai servizi di gestione del risparmio che altro. In genere si limitano ad attuare le raccomandazioni fornite ai propri clienti mediante l'esecuzione degli ordini e il riequilibrio periodico degli asset. Per questo motivo si potrebbe affermare che "robot investor" sarebbe una definizione più appropriata di questo business emergente piuttosto che quella più nota di “robo-advisor”.

Rispetto ai consulenti tradizionali, i robot in genere adottano una struttura tariffaria molto più semplice, di solito limitata a un costo "a consiglio" oltre a performance. Questa struttura tariffaria semplice e trasparente si traduce quindi in costi di gran lunga inferiori a quelli praticati dai consulenti finanziari "umani" o banche tradizionali. Con commissioni globali tra 12 e 99 punti base negli Stati Uniti e 69 e 169 punti base in Europa, i robot si confrontano molto favorevolmente con gli intermediari tradizionali che di solito ottengono commissioni al di sopra di 100 punti base. Ma i servizi forniti sono decisamente generici e non personalizzati.

In questa situazione dei mercati, dove i margini sono estremamente ridotti, questi nuovi servizi, con tutti i loro limiti, potrebbero fare la differenza sulle performances effettive della consulenza finanziaria e di gestione degli investimenti arrivando a proteggere meglio il potere d'acquisto dei risparmi della gente.

Uno dei principali vantaggi di investire tramite robot è il fatto che quasi tutti i fornitori esperti usano quasi esclusivamente i fondi a basso indice di costo. Oltre al trattamento automatizzato, la ricerca ha appurato che in realtà è l'uso di questa tipologia di prodotti di investimento a portare questa importante riduzione di costi e di spese generali, generando notevoli risparmi. Questo è particolarmente vero in Europa, dal momento che il modello di vendita prevalente è basato sulle provvigioni, il che non stimola gli intermediari a promuovere fondi a basso indice di costo, o strumenti come gli ETF.

Anzi i robot più moderni stanno affermandosi tramite un modello di pagamento piuttosto rivoluzionario, basato esclusivamente sulle performances, e non sull’importo del capitale gestito.

Comunque la ricerca ha evidenziato anche che, al momento, i fee sono molto più alti, in media, in Europa di quanto non siano negli Stati Uniti, in parte a causa del fatto che questi servizi sono ancora in modalità di start-up. Inoltre ci si trova di fronte alla frammentazione dei mercati europei e alla mancanza di standardizzazione dei prodotti. Un ruolo negativo è giocato poi dalla concorrenza insufficiente.

Paolo Brambilla