La Commissione Europea aggiorna le norme IVA
Il piano d’azione presentato pochi giorni fa dalla Commissione Europea è il primo passo verso uno spazio unico europeo dell’IVA in grado di contrastare le frodi, sostenere le imprese e aiutare l’economia digitale e il commercio elettronico.
Il “divario dell’IVA”, cioè la differenza tra le entrate IVA previste e quelle effettivamente riscosse negli Stati membri, nel 2013 ammontava a circa 170 miliardi di EUR. Si stima che le sole frodi transfrontaliere rappresentino una perdita di gettito IVA pari a circa 50 miliardi di EUR all’anno nell’Unione europea. Il percorso per modernizzare le attuali norme IVA comprenderà sia i principi fondamentali a livello europeo, sia le misure a breve termine per combattere le frodi. Oltre all'aggiornamento delle aliquote e maggiore flessibilità agli Stati membri nel definirle, si provvederà a semplificare le norme IVA in materia di commercio elettronico, nel quadro della strategia per il mercato unico digitale.
Il Vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: “Oggi diamo inizio a un dialogo con il Parlamento europeo e con gli Stati membri per un sistema unionale dell’IVA più semplice e più resistente alle frodi” e prosegue “La Commissione ha già proposto misure chiare per affrontare l’elusione dell’imposta sulle società e continuerà con pari determinazione la lotta contro le frodi in materia di IVA”.
La Commissione chiederà al Parlamento Europeo e al Consiglio, con il sostegno del Comitato economico e sociale europeo, di fornire un chiaro orientamento politico sulle scelte tratteggiate nel piano d’azione e di confermare il loro appoggio alle riforme delineate.
Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “L’IVA è un’importante fonte di entrate fiscali per gli Stati membri dell’UE. Eppure il divario dell'IVA ha assunto proporzioni sconcertanti: la differenza fra il gettito IVA riscosso e quello previsto è di 170 miliardi di EUR. Si tratta di un enorme spreco di risorse che potrebbero essere investite per la crescita e l'occupazione. È ora di riappropriarsi di queste risorse. Vorremmo inoltre offrire agli Stati membri maggior autonomia per la definizione delle aliquote IVA ridotte. Il nostro piano d’azione permetterà di ottenere risultati su tutta la linea."
Attualmente gli Stati membri devono attenersi a un elenco prestabilito di beni e servizi al momento di applicare aliquote zero o ridotte di IVA. La Commissione prevede di modernizzare il quadro in materia di aliquote e lasciare più flessibilità agli Stati membri in futuro, proponendo due opzioni: la prima manterrebbe l’aliquota normale minima del 15%, riesaminando regolarmente l’elenco dei beni e dei servizi che possono beneficiare di aliquote ridotte. La seconda opzione eliminerebbe l’elenco dei beni e dei servizi che possono beneficiare di aliquote ridotte.
Nel 2017 la Commissione intende presentare una proposta per norme definitive riguardanti uno spazio unico europeo dell’IVA: le transazioni transfrontaliere continuerebbero ad essere tassate in base alle aliquote dello Stato membro di destinazione (“principio della destinazione”), come avviene attualmente, ma la riscossione delle imposte cambierebbe gradualmente avvicinandosi a un sistema più a prova di frode. Allo stesso tempo, entrerebbe in funzione un portale web unico che garantirebbe un sistema più semplice di riscossione dell’IVA per le imprese e un sistema più solido di raccolta delle entrate per gli Stati membri.
Paolo Brambilla