Affari Europei

Accordo Parigi, Benifei: "Europa leader nella lotta ai cambiamenti climatici"

Strasburgo conferma l'impegno Ue nel rispettare l'accordo di Parigi. Gli Usa si sfilano, ma la Cina é dentro. L'intervista a Brando Benifei

 

Di Tommaso Cinquemani

@Tommaso5mani

Mercoledì il Parlamento europeo ha adottato i nuovi obbiettivi obbligatori per la riduzione delle emissioni climalteranti. Un impegno preso in linea con l'accordo di Parigi, firmato dall'Unione europea e da altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, ma successivamente disatteso da Donald Trump, che proprio pochi giorni fa ha annunciato il passo indietro di Washington.

Gli impegni presi dai singoli Paesi europei consentiranno il raggiungimenti degli obiettivi assunti dalla stessa Unione a Parigi: una taglio del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2039 dei gas ad effetto serra. "L'Unione europea deve tenere fede agli impegni presi con l'accordo di Parigi. Solo in questo modo potrà sviluppare una economia a basse emissioni e confermare la sua leadership a livello internazionale", spiega ad Affaritaliani.it Brando Benifei, eurodeputato del Partito democratico.

Benifei, come valuta il passo indietro di Trump?

"Prima di tutto dobbiamo vedere se e in quale modo il presidente Usa deciderà di sfilarsi. Un conto sono i proclami, altra cosa sono le azioni. Io credo che farà un grosso errore se confermerà di voler recedere completamente dalla cornice degli accordi di Parigi. Servono politiche lungimiranti, non di breve periodo".

Non c'é il rischio che le imprese europee siano meno competitive rispetto a quelle Usa che non devono rispettare obblighi ambientali più stringenti?

"E' indubbio che la decisione di Trump influirà sui rapporti economici delle due sponde dell'Atlantico. Molte città e grandi corporation statunitensi hanno duramente criticato la decisione del presidente Usa proprio perché temono che ci saranno conseguenze".

Di che genere?

"Non rispettando gli impegni di Parigi l'economia Usa avrà un vantaggio competitivo che l'Europa potrebbe decidere di eliminare con politiche ad hoc. Da parte europea non possiamo accettare una competizione al ribasso. Il rischio é di interrompere alcune cooperazioni economiche in alcune catene nel valore e anche nel commercio".

Ma i cambiamenti climatici sono una reale minaccia?

"Al Parlamento europeo é venuto a parlare Hila Heine, la presidente delle Isole Marshall, che rischiano di scomparire nel caso in cui ci sia un innalzamento del livello dei mari. Ma dobbiamo intervenire anche per il nostro Continente, sempre più devastato da fenomeni atmosferici intensi".

Alcuni vorrebbero che l'Europa adotti tagli ancora più pesanti per compensare il passo indietro statunitense. E' d'accordo?

"Rimettere mano all'accordo di Parigi mi sembra improbabile, già così é stato difficile mettere d'accordo tutti quanti, se dovessimo tornare al tavolo negoziale non sappiamo cosa potremmo portare a casa".

La Cina ha confermato la sua adesione all'accordo di Parigi, un passo forse inaspettato...

"Pechino si é ormai convinta da alcuni anni che il modello di sviluppo che le ha permesso il boom nell'ultimo decennio non é più sostenibile. In Cina é fortemente sentita la questione ambientale e la decisione di Pechino di ribadire l'impegno ambientale nell'ambito dell'accordo di Parigi conferma la volontà del governo di cambiare il modello produttivo. Speriamo peró che non pretendano contropartite".

In che senso?

"La Cina vorrebbe che l'Unione europea le riconoscesse lo status di economia di mercato, cosa che fino ad oggi non é avvenuta e che avrebbe ripercussioni economiche pesanti per la nostra economia. La mia speranza é che Pechino non voglia utilizzare l'accordo di Parigi per chiedere un cambio di posizione sulle politiche commerciali dell'Unione".