Affari Europei
Banche Venete, Csu e Verdi contro Bruxelles
Il partito dei Verdi al Parlamento europeo e la Csu, al governo con la Merkel, si sono schierate contro il salvataggio delle Banche Venete
Quando il Consiglio Ue, e dunque i capi di Stato e di governo dei 28 Paesi Ue, diedero il via libera all'Unione bancaria si disse che nessun euro di soldi pubblici sarebbe stato utilizzato per salvare una banca. Il principio é semplice: se una banca ha i conti in rosso a rimetterci devono essere azionisti, obbligazionisti e correntisti (ma sopra i 100mila euro). A supporto del settore sarebbe poi stato creato un Fondo (con soldi degli istituti stessi) per aiutare le banche in difficoltá. Lo Stato in questo modo non sarebbe piú dovuto intervenire per salvare un Istituto di credito.
I tedechi: regole aggirate, sono tornati gli aiuti di stato
La decisione della Commissione europea di autorizzare il governo italiano a iniettare 5 miliardi di aiuti in Intesa per procedere alla liquidazione delle due banche venete "porta l'Unione bancaria sul letto di morte". Lo ha detto Markus Ferber, influente deputato europeo della Csu tedesca. Secondo Ferber la promessa che in futuro i contribuenti non saranno chiamati a salvare le banche in difficolta' e' venuta meno "una volta per tutte" e "la credibilita' dell'Unione bancaria e' stata pesantemente danneggiata". Se le regole europee "possono essere bypassate in modo cosi' evidente nel settore bancario", non ci possono essere progressi sulla creazione "di un sistema unico europeo di assicurazione dei depositi", ha avvertito Ferber: "se non c'e' comprensione comune delle norme, le discussioni su un approfondimento dell'unione bancaria e sulla condivisione dei rischi non hanno alcun senso".
Verdi: aggirate le regole dell'Unione bancaria
La concessione di aiuti di Stato a Intesa Sanpaolo per la liquidazione delle due banche venete e' "un vergognoso aggiramento delle regole dell'Unione bancaria europea". Lo ha detto l'eurodeputato dei Verdi (e tedesco) Sven Giegold, criticando la Commissione per aver adottato "una decisione politicamente motivata" che "avra' conseguenze negative" sulla credibilita' del sistema europeo. "La paura di conseguenze politiche per il bail-in dei creditori privati in Italia ha prevalso sulla razionalita' economica", ha spiegato Giegold: "La Bce come supervisore bancario, la nuova autorita' europea di risoluzione SRB e la Commissione europea hanno tutti cospirato" per permettere all'Italia "di aggirare le regole".
Nel mirino dei Verdi Banco Popular e Mps
Giegold, tedesco, ha inoltre accusato il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, di aver "esercitato pressioni" nei confronti di autorita' indipendenti sul caso delle banche venete. Il gruppo dei Verdi all'Europarlamento fara' pressioni per avviare "un'inchiesta rapida e accurata" non solo sulle due banche venete, ma anche su Banco Popular e "l'imminente aggiramento delle regole" nel caso di Monte dei Paschi di Siena, ha annunciato l'eurodeputato. Secondo Giegold, se si vuole che l'Unione bancaria abbia successo, "ci deve essere rispetto per le regole concordate".
Fonti Ue: con il bail-in si sarebbe risparmiato un miliardo di soldi pubblici
L'applicazione delle regole del 'bail-in', ovvero il coinvolgimento di tutti gli obbligazionisti e non solo di quelli subordinati, nella risoluzione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca avrebbe permesso al governo di risparmiare al massimo di 1 miliardo di euro di risorse pubbliche rispetto all'operazione decisa ieri, che prevede la liquidazione delle due banche venete e la loro cessione a Intesa San Paolo. E' quanto si apprende a Bruxelles, dove viene sottolineato che la scelta di non ricorrere al bail-in degli obbligazionisti senior e' stata fatta dal governo italiano. L'applicazione del bail-in alle obbligazioni senior avrebbe fatto scattare la garanzia pubblica su circa 10 miliardi di titoli emessi dalle due banche per ottenere liquidita' nel 2017.