Brexit, Barnier e Davis evocano il "no deal". Le conseguenze per Ue e Uk
Di fronte allo stallo sui negoziati sulla Brexit, l'Unione Europea e il Regno Unito hanno iniziato a evocare apertamente la possibilità di un mancato accordo
Stallo sulla Brexit, Barnier e Davis evocano il 'No-deal'
Di fronte allo stallo sui negoziati sulla Brexit, l'Unione Europea e il Regno Unito hanno iniziato a evocare apertamente la possibilità di un mancato accordo, che potrebbe avere ripercussioni pericolose su entrambe le sponde della Manica. "Non abbiamo fatto grandi passi in avanti", dice il capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier, al termine del quinto round di negoziati con la sua controparte britannica, David Davis, annunciando l'impossibilita'²di raccomandare al Consiglio europeo della prossima settimana il passaggio alla seconda fase sulle relazioni future e il periodo transitorio.
Il nodo del Brexit bill
Lo stallo riguarda innanzitutto il cosiddetto 'Brexit bill', gli obblighi finanziari che il Regno Unito si è assunto come membro dell'Ue (circa 60-100 miliardi, secondo Bruxelles) e che i 27 chiedono a Londra di onorare prima dell'uscita. "Il Regno Unito - spiega Barnier - ci ha detto di non essere ancora pronto a precisare i suoi impegni: non ci sono stati negoziati su questa questione e ci siamo accontentati di discussioni tecniche". Sul conto della Brexit "siamo in una impasse estremamente preoccupante", avverte il capo-negoziatore Ue. Anche sulle altre due priorità per gli europei, diritti dei cittadini e Irlanda, non c'è stata la svolta, ma almeno si continua a negoziare. Sui diritti dei cittadini "abbiamo ancora delle divergenze sulla possibilità del ricongiungimento familiare e l'esportazione delle prestazioni sociali dopo la Brexit", ha detto Barnier. Inoltre, il Regno Unito non ha ancora dato il suo assenso pieno sul ruolo pieno della Corte di giustizia dell'Ue per garantire i diritti dei cittadini europei residenti sul suo territorio. Sull'Irlanda, "c'è ancora molto lavoro da farea , ha avvertito Barnier.
I tatticismi di Theresa May
Lo stallo nei negoziati di questa settimana è dovuto al fatto che sia Barnier che Davis hanno le mani legate. La scorsa settimana il capo-negoziatore Ue aveva chiesto agli Stati membri l'autorizzazione di fare un gesto nei confronti di Londra, per esempio chiudendo l'accordo sui diritti dei cittadini, ma si è trovato di fronte a un netto rifiuto di Francia e Germania. Il ministro britannico è in balia degli equilibrismi e dei tatticismi di Theresa May, con la premier che al Consiglio europeo del 19 e 20 ottobre cercherà di 'bypassare' Barnier e negoziare direttamente con i capi di Stato e di governo.
Le conseguenze di un mancato accordo
Sottolineando che da giugno sono stati fatti "progressi significativi", Davis ha lanciato un esplicito appello affinche' i leader dell'Ue a 27 la prossima settimana decidano di ampliare il mandato del capo-negoziatore Ue per includere le relazioni future e il periodo transitorio. Ma, senza una soluzione sul conto della Brexit, non ci saranno concessioni da parte dell'Ue. "La relazione futura per essere solida, ambiziosa, durevole, esige tra noi della fiducia e la fiducia dipende dal rispetto di tutti gli impegni che abbiamo preso insieme a 28", ha ricordato Barnier, riferendosi agli obblighi finanziari di Londra. E' in questo contesto che i due negoziatori, per la prima volta in pubblico insieme, hanno evocato la possibilità di un mancato accordo, anche se May ne aveva già parlato negli scorsi giorni a Londra. Davis ha spiegato che è "dovere" del governo britannico prepararsi "a un'alternativa". Questa la risposta di Barnier: "Un mancato accordo sara' un pessimo accordo, ma per parte nostra saremo pronti ad affrontare ogni evenienza".