Brexit, Cameron porta a casa l'accordo. La sfida? Farlo accettare ai Tory
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Alla fine David Cameron ce l'ha fatta. Ha tenuto duro e ha portato a casa il risultato: la Gran Bretagna ha ottenuto sostanzialmente tutto quello che aveva chiesto e l'Unione europea ha scongiurato l'ipotesi che un pezzo importante dell'economia e della società europea se ne andasse per la sua strada.
Attenzione però, perché é prematuro stappare le bottiglie di champagne e brindare. L'accordo c'é, ma dovrà essere ratificato dai cittadini della Gran Bretagna attraverso un referendum che si dovrebbe tenere il 23 di giugno. Quattro mesi per tirare il freno a mano della retorica anti-Ue e fare inversione a U.
Ma la sfida più grande per il premier inglese sarà fare andare giù l'accordo trovato grazie alla mediazione di Tusk e Juncker al suo stesso partito. Il governo Tory ha al suo interno alcuni degli euroscettici più accaniti che non smetteranno di fare campagna elettorale in favore della secessione di Londra da Bruxelles.
Cameron dovrà convincere il suo partito e gli elettori inglesi. La Gran Bretagna si ritroverà ancora in campagna elettorale dopo appena un anno dalle elezioni politiche che hanno visto la vittoria schiacciante del leader dei Conservatori.
Sulla strada verso la vittoria al referendum ci sono due incognite: le lobby e Nigel Farage. La Brexit é prima di tutto un fatto economico. Sono in molti a ritenere che uscire dall'Europa aiuterebbe l'economia britannica. Durante l'ultimo anno e mezzo sono sorte associazioni attive nella propaganda anti Europa. Ma é anche vero il contrario, perché l'industria e la City, il mondo della finanza, sono convinti che rimanere in Europa sia meglio che l'esilio dorato. Ciliegina sulla torta la famiglia reale, che pur non facendo campagna elettorale é pro-Ue.
E poi c'é lui, Nigel Farage. Il leader dell'United Kingdom Indipendence Party soffre ancora per la bruciante sconfitta alle ultime elezioni politiche e spera di rifarsi con il referendum. L'uscita di Londra dall'Unione é sempre stato il cavallo di battaglia di Farage. E ora che Cameron dovrà spendersi perché la Gran Bretagna rimanga nell'Unione, potrà fare campagna elettorale contro il suo arcinemico. Con la segreta speranza che in caso di vittoria dei no il governo vacilli e si torni ad elezioni.
Cameron, il 23 giugno il referendum su Brexit - Si terra' il 23 giugno il referendum sulla Brexit, in cui in Gran Bretagna i cittadini saranno chiamati a decidere se rimanere o uscire dall'Unione Europea. Lo ha reso noto il premier, David Cameron, parlando all'uscita di Downing Street, a Londra, dove si e' tenuto il Consiglio dei ministri.