Affari Europei
Brexit, ecco le condizioni Ue: "Prima il divorzio, poi l'accordo commerciale"
Il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione sul negoziato per la Brexit
Brexit: l'Europarlamento chiarisce le condizioni per l'accordo con il Regno Unito
Strasburgo detta le regole del gioco. L'Europarlamento ha adottato a Strasburgo una risoluzione che stabilisce i principi e le condizioni per l'approvazione dell'accordo di uscita del Regno Unito dall'Ue. Qualsiasi accordo al termine dei negoziati tra Ue e Regno Unito, avrà infatti bisogno dell'approvazione degli eurodeputati. Lo riferisce oggi una nota dell'Europarlamento. Gli eurodeputati hanno sottolineato l'importanza di garantire un trattamento equo e paritario ai cittadini Ue che vivono nel Regno Unito e ai cittadini britannici che vivono nell'Unione, evidenziando inoltre che il Regno Unito rimarrà un membro fino alla sua uscita ufficiale. Questo, sottolineano gli eurodeputati, comporta diritti ma anche obblighi, come gli impegni finanziari che potranno protrarsi anche al di là della data d'uscita. Nella risoluzione, approvata con 516 voti a favore, 133 contrari e 50 astensioni, gli eurodeputati mettono anche in guardia contro qualsiasi tentativo di "scambio" tra la cooperazione in materia di sicurezza e il futuro rapporto economico tra Ue e Regno Unito. Gli eurodeputati si oppongono anche a qualsiasi tipo di futura relazione economica caratterizzata da accordi specifici in ogni settore, e ribadisce l'indivisibilita' delle quattro libertà del mercato unico: la libera circolazione di beni, capitali, servizi e persone. Inoltre si potranno discutere eventuali disposizioni transitorie solo quando saranno stati compiuti "notevoli progressi" nei negoziati sulle modalità d'uscita del Regno Unito dall'Ue.
"Prima il divorzio, poi l'accordo commerciale"
I deputati hanno chiesto a entrambe le parti di agire in buona fede e in piena trasparenza in modo da garantire una procedura d’uscita ordinata. Qualora il Regno Unito cercasse di negoziare accordi commerciali con Paesi terzi prima della sua uscita, ciò costituirebbe una violazione dei trattati. Sarebbe altresì contrario ai trattati qualsiasi accordo bilaterale tra uno o più Stati membri relativo a questioni che rientrano nell'ambito di applicazione dell'accordo di recesso e che interferiscono con le future relazioni dell'Unione europea con il Regno Unito. Gli eurodeputati chiedono di mantenere l'impegno sul processo di pace in Irlanda del Nord e di evitare il ripristino di controlli rigorosi alla frontiera. Le circostanze particolari presentate da questa situazione dovranno pertanto essere affrontate come prioritarie nell'accordo d'uscita. Si mette inoltre in guardia il Regno Unito da ogni tentativo di limitazione dei diritti relativi alla libertà di movimento prima dell'uscita effettiva dall'Ue e si chiede ai Ventisette stati membri di esaminare come affrontare il timore dei cittadini britannici di poter perdere i propri diritti di cittadinanza Ue a causa della Brexit.
Obblighi di continuità per il Regno Unito
Il Regno Unito continuerà a godere dei suoi diritti in quanto membro dell’Ue fino alla sua uscita. Allo stesso tempo, però, dovrà assumersi i propri obblighi, tra cui quelli finanziari derivanti, tra le altre cose, dall’attuale bilancio pluriennale dell’Ue. Tali impegni finanziari potranno protrarsi al di là della data d’uscita. Forte coinvolgimento del Parlamento europeo Il Parlamento europeo intende sviluppare gli elementi esposti nella risoluzione con l’avanzare dei negoziati, adottando per esempio ulteriori risoluzioni e includendo questioni specifiche o settoriali.
Brexit: Juncker: "I cittadini non devono essere moneta negoziale"
I cittadini europei che risiedono nel Regno Unito e quelli britannici presenti nel resto dell'Unione europea non devono diventare "moneta di scambio" nei negoziati sulla Brexit, ha avvertito il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. "Questo negoziato non riguarda solo trattati e paragrafi, non si tratta di un ping pong diplomatico o scaramucce. Si tratta della vita di 4 milioni di persone. Negozieremo a nome loro", ha garantito Juncker, in un dibattito all'Europarlamento sulla Brexit. "La Commissione si farà difensore dei diretti interessati. Noi ci adopereremo affinché lavoratori, datori di lavoro, studenti e pensionati non debbano pagare il prezzo della Brexit. Le persone non sono moneta negoziale", ha detto il presidente della Commissione. Per Juncker, "una separazione non regolata è l'ipotesi peggiore". In caso di mancanza di accordo sulla Brexit, "saranno tutti perdenti".