Economia
Versace entra in casa Prada: da Donatella a Miuccia, il passaggio di testimone tra due donne così (diversamente) simili
Due stili opposti, una stessa visione: dietro l’ascesa di Prada e Versace le due donne a confronto

Donatella Versace
Versace diventa Prada: il passaggio tra due icone femminili del lusso italiano
C’è un che di epico, quasi mitologico, nell’operazione che ha portato la Medusa tra le braccia della sobrietà milanese. Versace, marchio simbolo dell’esuberanza barocca e del glamour anni '90, passa sotto il controllo del gruppo guidato da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, con un’operazione da 1,25 miliardi di euro. E all'indomani dell'annuncio: il titolo di Prada ha chiuso in rialzo del 2,4% alla Borsa di Hong Kong, attestandosi a 49 dollari. Ma questo deal non è solo una questione economica. È la fine di un’era.
Per la prima volta, una collezione Versace non sarà firmata da un Versace. Donatella, dopo 28 anni al timone creativo, si fa da parte: non esce completamente di scena (diventa brand ambassador globale con focus su filantropia e charity), ma cede il comando a Dario Vitale, giovane designer in arrivo da Miu Miu. Ma è soprattutto il passaggio ditestimone da Donatella a Miuccia a segnare un vero punto di svolta, perché mette a confronto due protagoniste che hanno scritto — con stili opposti— la storia della moda italiana.
Donatella ha incarnato per tre decenni lo spirito barocco, glamour e senza filtri della Medusa trasformando il sogno di Gianni in una macchina da red carpet, ha portato l’oro, il nero, le sue iconiche stampe sulle passerelle di tutto il mondo e sfilando sui red carpet con le celebrities più influenti. E ha tenuto la barra dritta anche dopo l’acquisizione da parte di Capri Holdings nel 2018, che valutò la maison 1,83 miliardi di euro. Poi la discesa: concorrenza feroce, crisi del lusso e nell’ultimo trimestre una perdita operativa di 21 milioni.
Diversa la traiettoria di Miuccia Prada, che ha fatto della discrezione e riflessione la sua cifra stilistica. Nipote del fondatore della casa di pelletteria milanese, cresciuta nella borghesia milanese ed ex militante politica. Si è trovata nella moda quasi per obbligo quando ha preso le redini dell’azienda alla fine degli anni ’70. Il suo debutto con le borse in nylon nero negli anni ’80 fu solo l’inizio: da lì è nata una delle case di moda più influenti al mondo, fatta di linee pulite e sobrietà. Oggi, insieme al marito Patrizio Bertelli guida un gruppo da oltre 5 miliardi di euro di fatturato annuo.
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In fondo, però, questa è anche la storia di due donne che, in un settore dominato da figure maschili, hanno guidato con successo due dei marchi più riconoscibili del lusso italiano. E se Miuccia Prada e Donatella Versace possono sembrare molto diverse per stile, approccio e immagine pubblica, c’è un qualcosa in comune che le unisce. Entrambe hanno dovuto e saputo portare avanti la responsabilità di un'eredità familiare, a volte anche ingombrante. Lo hanno fatto in modo diverso. Ma con lo stesso obiettivo: mantenere la rotta, proteggere l’identità del brand e farlo crescere nel tempo.