Clima, il passo indietro di Trump apre la strada a Berlino e Pechino
La decisione di Trump di far ritirare l'America dal Trattati di Parigi ha spinto la Germania ad assumersi la responsabilità di guidare la transizione verde
Non é bastata l'enciclica regalatagli dal Papa, né le richieste di milioni di cittadini statunitensi preoccupati per i cambiamenti climatici. Donald Trump alla fine ha detto no all'accordo di Parigi sul clima. Un accordo, faticosamente trovato tra i maggiori leader mondiali, per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e scongiurare quindi il surriscaldamento del globo. Un accordo fortemente voluto da Barack Obama e che ora invece Trump, sotto la pressione degli industriali 'vecchio stampo', ha deciso di rimangiarsi.
Due gli scenari possibili
Che cosa accade ora? Gli scenari possibili sono due. Il primo é quello più catastrofico. Dopo il passo indietro di Washington seguiranno quelli di altri Paesi, Cina e India in primis, preoccupati che la loro competitività a livello internazionale possa essere scalfita. Se infatti i Paesi emergenti dovessero iniziare a badare di piú a ció che bruciano é probabile che i costi dei loro beni salirebbero e allora addio vantaggio competitivo sui mercati internazionali..
Europa apripista di una nuova era
Ma c'é anche una seconda possibilità. Con il passo indietro dell'America é rimasto vacante il ruolo di leadership del cambiamento e sembra che l'Europa, con Berlino in testa, voglia approfittarne per diventare l'attore di primo piano a livello globale sul tema delle produzioni sostenibili. Il piano é ambizioso, ma le sponde politiche ci sono.
I cinesi non si vogliono tirare indietro
Il primo ministro cinese sará domani a Bruxelles e lí incontrerá Angela Merkel. Secondo i bene informati la Cancelliera tedesca proporrà a Pechino una partnership con Bruxelles per proseguire sulla strada della riduzione delle emissioni ad effetto serra. Dal canto suo Angela Merkel puó vantare di guidare una economia che in valori assoluti esporta piú di ogni altro Paese al mondo, Cina compresa. E lo fa rispettando i piú alti standard sulle emissioni. Come dire: si puó produrre senza inquinare. L'Unione europea dal canto suo é solidamente a favore all'accordo di Parigi. E la Cina?
Per la Cina una opportunità da non perdere
A Pechino si sta facendo strada l'idea che il passo indietro di Trump sia una grande opportunità. Giá, perché nella continua lotta con gli Usa per determinare la leadership mondiale ora Pechino puó giocare la carta ambiente. La sfida é accreditarsi a livello globale come il Paese che ha impresso la svolta verde all'economia mondiale, mettendo in questo modo in secondo piano Washington.