Elezioni Germania, Merkel ruba la base al partito dei Verdi
A pochi giorni dal voto in Germania i sondaggi danno tutti i partiti minori in crescita, tranne i Verdi che sono in crisi nera
Nel 2009, alle elezioni europee, il partito dei Verdi raggiunse la ragguardevole soglia del 12,1% dei voti, diventando uno dei partiti più importanti nel panorama politico tedesco. A pochi giorni dalle elezioni legislative del 24 settembre i sondaggi registrano però un brusco calo nel consenso degli ambientalisti, che si fermano appena al 6%, la metà del consenso ottenuto appena otto anni fa e appena un punto sopra la soglia di sbarramento che nella Federazione é al 5%.
La crisi dei Verdi
Ma perché il partito dei Verdi, storicamente il più forte di tutta l'Europa, é in crisi? Le motivazioni vanno cercate nelle scelte politiche degli anni passati e in un cambiamento delle politiche di Berlino. Prima di tutto il leader storico del partito, Joschka Fischer, carismatico e amato dalla base, ha lasciato le redini del partito che ha vissuto un periodo di sbandamento. E in piú di una occasione ha ripetuto che la politica ambientalista in Germania é morta, un messaggio che certo non ha fatto bene alle sorti del movimento.
Merkel abbraccia la causa ambientalista
Ma la vera causa del tramonto dei Grünen é stata la svolta verde del partito di governo, la Cdu guidata da Angela Merkel. Storico é stato l'annuncio fatto da Merkel nel 2011, pochi giorni dopo il disastro di Fukushima, quando ha annunciato che la Germania avrebbe spento tutti i suoi reattori nucleari (se i giapponesi, che non sbagliano mai nulla, hanno fatto questo disastro, puó capitare anche qui, é stato il messaggio che ha lanciato). Proprio questo era stato uno dei cavalli di battaglia del partito Verde che ha visto crescere il suo consenso tra la popolazione dopo il disastro nucleare di Cernobyl. Insomma, Merkel é riuscita dove i Verdi hanno fallito.
Una economia verde é possibile e auspicabile
Ma anche la politica di risanamento delle città e una maggiore attenzione verso l'ambiente voluta da Merkel ha spinto molti nella base ad abbandonare il partito dei Verdi. Basti pensare che oggi la Federazione é uno dei leader mondiali per quanto riguarda l'economia green. L'industria pesante ha abbracciato metodi produttivi ecosostenibili. Il Paese ha installato parchi solari ed eolici. Le industrie hanno smesso di bruciare carbone e di inquinare le acqua. E oggi Berlino é leader mondiale nelle tecnologie verdi: un business da miliardi di euro.
Crescono gli altri piccoli partiti
Sembra insomma che la Cdu (oggi al 36,5%) si sia appropriata dei temi dei Verdi svuotando il partito del suo stesso programma. Altrettanto non si puó dire della Linke e di Alternativa per la Germania. Entrambi questi due piccoli partiti sono in crescita. La sinistra della Linke é al 10,5% secondo il sondaggio dell'Istituto Insa. I suoi dirigenti rimproverano alla Spd (in crisi al 23,5%) di non aver saputo imporre sul tavolo del governo, di cui fa parte nella grande coalizione con Merkel, le tematiche dei lavoratori. E per questo cresce nei consensi nella fascia di popolazione rimasta ai margini del boom economico teutonico.
Cresce Afd: immigrazione ed euroscetticismo
E l'altro partito a crescere é Alternativa per la Germania, all'11%. I suoi esponenti hanno due grandi cavalli di battaglia: i migranti e l'Europa. Si oppongono infatti alla politica di accoglienza voluta da Merkel (e appoggiata dall'Spd) e al mantenimento dell'euro come moneta unica. Intercettano insomma quella fetta di elettorato, tendenzialmente di destra, che ha tendenze isolazioniste, vuole una Germania forte, ma chiusa su se stessa.