Affari Europei

Elezioni Regno Unito, Farage tende la mano a Johnson: non corre nei feudi Tory

Il regalo di Nigel Farage a Boris Johnson in vista delle elezioni in Regno Unito

Farage tende mano a BoJo, no candidati nei feudi Tory

Il leader populista del Brexit Party, Nigel Faarge ha cambiato idea: ritirando la minaccia di sfidare i Tory "in ogni collegio elettorale" nel voto del 12 dicembre, ha annunciato che non presenterà candidati nelle 317 circoscrizioni a maggioranza conservatrice. La mossa è destinata ad avvantaggiare il premier Boris Johnson alle urne, che ora ha davanti una strada meno impervia verso la maggioranza ai Comuni. BoJo esulta mentre l'opposizione laburista parla di cedimento dettato dalle pressioni del presidente Usa, Donald Trump, che aveva auspicato un'alleanza elettorale tra Brexit Party e Tory.

La mappa del voto Uk

Parlando da Hartlepool, nel Nord dell'Inghilterra, in una conferenza convocata per annunciare la strategia del partito, Farage ha spiegato di aver valutato il rischio di avvantaggiare l'opposizione e ha annunciato che concentrerà gli sforzi nelle circoscrizioni a maggioranza laburista, in particolare quelle favorevoli al Leave, nel Nord dell'Inghilterra. Qui, secondo gli analisti, proprio per non dividere il voto degli euroscettici, impedendo al primo ministro uscente di ottenere il sostegno necessario a controllare il Parlamento, Tory e Farage metteranno in atto un patto di non aggressione. Facendo propria l'analisi che era stata di Johnson, Farage ha giustificato la sua decisione "non facile", col rischio di frammentare il fronte dei Leave e consegnare al Paese un 'hung Parliament', che renderebbe ancora piu' difficile realizzare il divorzio da Bruxelles entro il 31 gennaio.

La possibilità di un'opposizione unita per un secondo referendum

L'altro spettro, in caso di Parlamento senza maggioranza, è che i partiti d'opposizione si alleino e ottengano un secondo referendum. "Penso che la nostra mossa di oggi impedisca un secondo referendum. E questo ora e' la cosa piu' importante". Farage ha spiegato di essersi convinto a tendere una mano ai Tory quando ieri BoJo ha promesso che se verrà rieletto, non prolungherà la fase di transizione con l'Ue oltre la fine del 2020 e negozierà un accordo di libero scambio sul modello "Canada plus", senza allineamento alle regole del mercato unico e unione doganale. Johnson ha esultato e pure i mercati: la sterlina ha segnato un forte rialzo sull'euro, ai massimi da maggio, mentre il premier ha ricordato che "solo una maggioranza conservatrice può ottenere l'attuazione della Brexit per la fine di gennaio con un accordo, che è pronto ad entrare in vigore". Duro, invece, il commento di Corbyn che ha invitato gli elettori a fermare l'"alleanza trumpiana", che porterà nelle tasche delle grandi società farmaceutiche 500 milioni di sterline alla settimana del sistema sanitario nazionale". Si rincorrono le speculazioni sul fatto che Farage si sia mosso sotto la pressione del presidente Usa, che di recente aveva dato il suo endorsement a un'alleanza del Brexit Party con BoJo in vista del voto di dicembre.