Affari Europei
Europee 2019, Toia: “A rischio 70 anni di conquiste”
Mancano quattro giorni al voto di domenica 26 maggio per il rinnovo del Parlamento europeo e, a cascata, di Commissione e Consiglio Ue. La campagna elettorale ha raggiunto i toni più alti di scontro, anche all'interno del governo, e nel dibattito pubblico si sommano i temi più strettamente europei a quelli nazionali. Tutti i partiti politici concordano che questa Europa ha bisogno di un tagliando, ma le ricette proposte sono molto diverse.
Una cosa é certa, queste elezioni europee, forse per la prima volta nella storia del Parlamento europeo, sono vissute come cruciali per il futuro del Vecchio Continente. “Per la prima volta le forze politiche che chiedono lo smantellamento dell'Unione europea hanno raggiunto un livello di consenso tale da far temere per le conquiste di settant'anni di integrazione, pace e benessere. In queste elezioni è importante che le forze europeiste mantengano una forte maggioranza. Perché indebolire l’Europa, come vogliono i nuovi nazionalisti, significa indebolire l’Italia”, spiega ad Affaritaliani.it Patrizia Toia, capodelegazione del Pd a Strasburgo e candidata nella circoscrizione Nord-Occidentale.
Onorevole Toia, qual é la vostra ricetta per promuovere una maggiore crescita economica e integrazione a livello europeo?
“Una maggiore integrazione comporta una maggiore crescita economica. E' stato così per decenni. Ha aumentato la crescita economica la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, così come l'armonizzazione di regole e standard con la creazione della Comunità Economica Europea prima e dell’Unione europea dopo. A partire dagli anni '80 il grande progetto del mercato unico e l'abbattimento dei dazi interni ha aumentato gli scambi economici tra Paesi portando sviluppo e benessere. Da Maastricht in poi la creazione della moneta unica ha portato crescita, migliorando l'integrazione economica del mercato unico, abbassando il costo delle importazioni, eliminando l'inflazione e, soprattutto per noi italiani, abbassando il costo del debito pubblico”.
Questo vale per il passato, e nel futuro?
“Oggi la nuova frontiera, che secondo gli studi aumenterà crescita e occupazione, è la piena realizzazione del mercato unico digitale, così come il miglioramento della governance economica dell'area euro, con il ministro delle Finanze e bilancio dell'eurozona. Inoltre a partire dalla legislatura europea che si sta chiudendo l'Unione europea ha fatto un ulteriore passo avanti nell'integrazione con il Piano Juncker per gli investimenti, chiesto e ottenuto da noi eurodeputati Pd e del Gruppo S&D. La nostra ricetta per una maggiore crescita economica è più integrazione europea e più investimenti comuni”.
Perché la vittoria dell'asse sovranista é secondo lei da scongiurare?
“Fortunatamente tutti i sondaggi indicano che l'asse sovranista non conquisterà nessuna maggioranza e resterà una minoranza rumorosa. Una sua eventuale vittoria è da scongiurare perché riporterebbe l'Europa al Congresso di Vienna del 1815, quello in cui i governanti del Continente pensarono di poter risolvere le proprie divergenze sedendosi intorno a un tavolo, inaugurando un secolo e mezzo di guerre sanguinose. Dopo la Seconda Guerra Mondiale abbiamo imparato la lezione: la cosiddetta Europa delle Nazioni, quella auspicata dai sovranisti, è un fallimento che porta solo guerra e povertà. Una cosa impensabile nell'epoca dell'economia globalizzata”.
Dopo il voto probabilmente ci sarà una alleanza Ppe-S&D, con un appoggio dei liberali dell'Alde e della formazione di Macron. Sembrano i presupposti perché i prossimi cinque anni vadano avanti 'business as usual'. Non é così?
“Assolutamente no. Il 'business as usual' dell'Unione europea erano le istituzioni comunitarie dominate completamente dal Partito popolare europeo. Nel 2014 c'è stato un grande cambiamento con il coinvolgimento del Gruppo S&D nella coalizione di maggioranza e i risultati li abbiamo visti: Piano Juncker per gli investimenti, Garanzia Ue per i giovani, flessibilità di bilancio, coinvolgimento del Parlamento europeo nel terzo piano di salvataggio della Grecia. Ora il nostro obiettivo è approfondire questo cambiamento rafforzando la componente progressista della coalizione, costruendo un fronte riformista che va da Tsipras a Macron, in modo da essere indipendenti e alternativi al Ppe, o quantomeno da condizionare ancora di più le politiche europee”.
Uno dei cavalli di battaglia di Salvini é il contrasto all'immigrazione clandestina. Qual é la vostra ricetta per fermare gli sbarchi e convincere gli altri Paesi ad una redistribuzione dei migranti?
“L'unico modo per fermare l'immigrazione clandestina è costruire dei solidi rapporti di cooperazione con i Paesi di origine e di transito. Non ci solo altri modi. La politica dei porti chiusi di Salvini, oltre ad essere illegale e inumana, è assolutamente inefficace. Gli accordi dell'Unione europea con la Turchia e il Mali invece ci hanno dimostrato che quando l'Unione europea parla con una voce sola i risultati si vedono. La redistribuzione dei migranti è già prevista dalla riforma del Regolamento di Dublino che abbiamo approvato al Parlamento europeo e che gli amici sovranisti di Salvini hanno affossato al Consiglio. Resta da chiedersi, a questo punto, se davvero il leader della Lega voglia trovare una soluzione alla questione migratoria o stia giocando solo a tenere alti i toni dello scontro in chiave elettorale e propagandistica. Soprattutto dal momento che Salvini ha disertato cinque Consigli su sei in Europa e vuole allearsi con gli unici Paesi che rifiutano una distribuzione equa dei migranti”.
Durante l'ultima sessione plenaria del parlamento europeo Greta Thunberg, paladina del movimento ambientalista, ha parlato davanti agli eurodeputati. Qual é la vostra agenda per contrastare i cambiamenti climatici?
“Noi vogliamo rispettare pienamente gli accordi di Parigi sul clima firmati nel 2015. Per questo lo scorso marzo abbiamo approvato al Parlamento europeo la richiesta di puntare alla carbon neutrality nel 2050. E' l'unico scenario che ci permetterebbe di contenere il surriscaldamento del pianeta come previsto dagli accordi di Parigi. Peccato che poi i Governi, una settimana dopo la grande marcia internazionale dei giovani per il clima, abbiamo tradito le nuove generazioni bocciando la nostra proposta in Consiglio, con i voti contrari dei Paesi dell'Est e la colpevole astensione di Italia e Germania”.
L'austerity e il sostegno alla crescita economica sono stati temi al centro della legislatura appena conclusa. Il 'Piano Juncker 2' é sufficiente a sostenere la crescita o servirebbe qualcos'altro?
“Il Piano Juncker 2, che raddoppia i fondi del primo, è un primo passo ma non è sufficiente a sostenere la crescita in modo adeguato. Bisogna completare senza indugi il mercato unico europeo e creare una vera Unione Sociale. Solo un'economia che non esclude nessuno e si avvale del contributo di tutti può crescere equamente. Come ha insegnato Stiglitz le diseguaglianze non sono solo ingiuste, sono anche un grande ostacolo alla crescita”.
L'Europa come si deve porre nei confronti di Usa e Cina?
“L'Europa deve avere la forza e l'autorevolezza per convincere Usa e Cina a costruire un nuovo multilateralismo. Dobbiamo essere capaci di parlare con una voce sola e di essere fermi e assertivi, ma non per fare la guerra a Usa e Cina, ma per portarli fuori da questo vicolo cieco della corsa alle armi e delle guerre commerciali”.
Di Tommaso Cinquemani