Affari Europei
Matera ad Affari: "L'Europa creda nell'imprenditoria femminile"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Onorevole Matera, lei ha portato in aula a Strasburgo un progetto di risoluzione sull'imprenditoria femminile. Di che cosa si tratta?
“Nella relazione che ho presentato in Aula, divisa in cinque punti, ho fatto un quadro sullo stato di salute dell'imprenditoria femminile in Europa, ancora troppo debole e vittima di storture e pregiudizi. Con il voto degli altri deputati abbiamo chiesto che l'Europa e gli Stati elimino gli ostacoli all'imprenditoria rosa”.
Qual é l'ostacolo più rilevante?
“Prima di tutto la conciliazione tra la vita privata e quella lavorativa. Nel 2016 non voglio più sentire di donne obbligate a rinunciare al lavoro per seguire la famiglia, per badare ai genitori malati o ai figli. Abbiamo perciò chiesto che fondi europei vengano utilizzati per rafforzare i servizi per l'assistenza agli anziani e il babysitting”.
Quali sono gli altri ostacoli?
“Nel capitolo due mi sono concentrata sulla difficoltà che le donne hanno nell'accesso al credito. Dalle indagini che abbiamo condotto é emerso che un freno nel fare impresa é dovuto alla scarsa fiducia che le banche hanno nei progetti presentati da donne. Esiste un pregiudizio verso la donna imprenditrice”.
Su questo punto l'Europa cosa può fare?
“Abbiamo chiesto l'implementazione di una direttiva Ue, che già esiste, sulla parità di accesso ai servizi”.
Dunque c'e anche un problema culturale?
“Assolutamente sì. Dobbiamo rafforzare nell'opinione pubblica una cultura di imprenditoria femminile, spingendo affinché anche le donne facciano impresa. Bisogna iniziare dalle scuole a parlare delle donne imprenditrici e delle donne manager”.
Ci sono dei settori economici che non sono favorevoli culturalmente alle donne?
“Certamente, basti pensare all'edilizia, alla finanza o all'informatica. Tutto questo deve finire. Per questo abbiamo chiesto la creazione di piattaforme per la condivisione di best practice, in modo che le donne possano scambiarsi idee e aiutarsi”.
Come é stata accolta la sua relazione dall'Aula?
“Il testo é stato votato a larga maggioranza e in maniera trasversale. Ho lavorato con le colleghe di altri schieramenti e ho ricevuto anche preziosi contributi, come quello della collega D'Amato, del Movimento 5 Stelle, che ha parlato delle finte donne imprenditrici, utilizzate come prestanome”.