Affari Europei
Migranti, l'Italia riparte dagli hotspot. Tensione tra i partner europei
Dalla prossima settimana i primi rifugiati potranno lasciare l'Italia per essere redistribuiti all'interno dell'Unione europea. Il Consiglio dei ministri degli Interni Ue ha infatti adottato lo schema di redistribuzione di 40 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia agli altri Paesi dell'Unione. Il programma riguarderà i rifugiati giunti nei due Paesi fra il 15 agosto e il 16 settembre. Come ha spiegato il presidente di turno, il ministro lussemburghese Jean Asselborn, "è un messaggio politico importante: i primi ricollocamenti potranno cominciare presto. Allo stesso tempo, gli hotspot in Italia e Grecia hanno ora la base legale necessaria per cominciare a lavorare".
Già, il punto sono proprio gli hotspot, i centri di identificazione dei migranti che dovrebbero sorgere lungo le coste italiane, ma anche in Grecia e in Ungheria. Saranno dei luoghi dove i migranti saranno accolti e rifocillati, e in cui saranno prese le generalità e l'eventuale richiesta di asilo. Poi i migranti, secondo le quote definite dal piano Juncker, lasceranno l'Italia per raggiungere gli altri Paesi Ue.
Ma tra i Ventotto ci sono dubbi sul fatto che l'Italia sia in grado (e abbia la volontà politica) di gestire in maniera corretta il flusso dei migranti, identificando tutti quelli che arrivano sulle coste. Il dubbio è che a Roma preferiscano lasciare che alcuni sfuggano alle maglie dei controlli per viaggiare indisturbati verso i Paesi del nord.
Proprio per questo "prima ancora che sulle cifre dobbiamo essere sicuri che ci sia condivisione sul principio per cui gli hotspot, i centri di identificazione dei richiedenti asilo, funzionino", ha ribadito Jean Asselborn, ministro degli Esteri e degli Affari europei del Lussemburgo, Paese con la presidenza di turno del Consiglio Ue. Al suo arrivo a Bruxelles per la riunione straordinaria del Consiglio Affari interni, Asselborn ha ribadito che resta fermo il principio di solidarietà in cambio di responsabilità, con quest'ultima che deve essere garantita dai Paesi dove arrivano i richiedenti asilo, vale a dire Grecia, Italia, e Ungheria.
In altre parole i Paesi che non sono alle frontiere dell'Unione sono disponibili ad accogliere i rifugiati, purché i Paesi che li accolgono si prendano la responsabilità di identificarli tutti, senza lasciare che pochi o tanti vaghino liberamente per l'Unione.
La redistribuzione dei profughi che hanno diritto alla protezione internazionale deve avvenire "a partire dagli 'hotspot'", ha ribadito il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve. In una dichiarazione congiunta, Cazeneuve e il collega tedesco, Thomas De Maiziere, hanno sottolineato l'importanza di avere un sistema di redistribuzione ordinato. "Non possiamo avere uno schema di ricollocazione senza che prima ci sia un Sistema di controllo delle frontiere esterne e la realizzazione degli 'hotspot'", hanno spiegato.