Migranti, la Corte Ue boccia il Trattato di Dublino
Per i giudici Ue il Trattato di Dublino non é applicabile all'emergenza migranti: nessun obbligo dunque di chiedere asilo nello stato di primo approdo
Non saranno felici la Francia e gli altri Stati Ue che hanno blindato i confini contro l'arrivo dei migranti sbarcati in Grecia o in Italia. Ma l'Avvocato generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha depositato un parere che di fatto boccia il Trattato di Dublino, quel documento firmato dai 28 Stati europei che vincola i Paesi di primo approdo ad ospitare e a valutare le richieste di asilo dei migranti.
La Corte Ue boccia il Trattato di Dublino
Il Trattato di Dublino é stato utilizzato da Paesi come la Francia, il Belgio, la Gran Bretagna ma soprattutto nell'Est per rifiutarsi di accogliere i migranti sbarcati in Grecia o in Italia. Le regole infatti vogliono che ogni Stato debba accogliere e schedare i richiedenti asilo, valutando ogni singola domanda se sia ammissibile o meno. De facto peró a farsi carico del fardello sono sempre stati Italia, Grecia e qualche volta la Spagna, non essendoci flussi che arrivano direttamente in Francia o in Polonia.
Migranti liberi di chiedere l'asilo in qualunque Paese Ue
Ecco perché il parere dell'Avvocato generale (che potrebbe essere respinto dai giudici della Corte nella sentenza definitiva) é cosí importante per l'Italia. Se passasse questa linea ogni migrante che arriva in Italia potrebbe proseguire nel suo viaggio e chiedere asilo in ognuno dei ventotto Paesi dell'Unione.
Il caso di un siriano ha sollevato il polverone
L'Avvocato generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea si é espresso in relazione ad un caso sollevato da un rifugiato siriano che aveva presentato domanda d'asilo in Slovenia dopo essere transitato dalla Croazia. L'avvocato generale "ritiene che, nelle circostanze eccezionali della crisi dei rifugiati, gli Stati membri in cui le domande di protezione internazionale sono state presentate per la prima volta siano competenti per l'esame delle stesse", riferisce un comunicato della Corte.
Il concetto di attraversamento clandestino perde di significato
"Le parole "attraversamento clandestino" nel regolamento Dublino III non sono applicabili a una situazione in cui, a seguito di un afflusso di massa di persone in Stati membri di frontiera, questi ultimi hanno consentito a cittadini di Paesi terzi di entrare e di transitare nel proprio territorio per raggiungere altri Stati membri", dice la nota della Corte. Le conclusioni dell'Avvocato generale non vincolano la Corte di Giustizia, che decidera' nei prossimi mesi.