Affari Europei

Mosca ad Affari: “Sí a primarie e ministro del Tesoro Ue, ma senza modifica dei Trattati”

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Onorevole Mosca, i governatori delle banche centrali di Francia e Germania hanno scritto una lettera in cui chiedono la creazione di un ministro delle Finanze europeo. Ne abbiamo bisogno?
“Assolutamente sì. É uno degli avanzamenti nel processo di integrazione europeo che deve essere reso effettivo senza perdere troppo tempo. Se l'Europa vuole andare avanti servono dei cambiamenti strutturali”.

Quali poteri dovrebbe avere questo superminstro delle Finanze?
“Dovrebbe rappresentare tutti gli Stati dell'Eurozona. Sarebbe il tassello mancante, insieme all'unione bancaria e fiscale, per arrivare ad una vera integrazione sotto il profilo economico. Un ministro del Tesoro europeo rappresenterebbe questo percorso, ma c'é di più”.

In che senso?
“Una figura unica renderebbe più riconoscibile il potere decisionale. Abbiamo bisogno di istituzioni che siano semplificate e chiaramente riconoscibili dai cittadini e dagli operatori economici. Il presidente della Bce, Mario Draghi, é stato l'unico paracadute cha abbiamo avuto durante la crisi. Avere un solo ministro che parli per tutti é molto importante”.

Accanto al ministro europeo del Tesoro si parla anche di creare un Parlamento dell'Eurozona, una Camera che sia composta solo da eurodeputati dei Paesi che hanno adottato l'euro e che legiferi in materie concernenti la moneta unica. É una istituzione necessaria?
“Lo é, ma non deve essere intesa come una nuova istituzione. Abbiamo già un Parlamento, l'unico organo europeo eletto direttamente dai cittadini, all'interno del quale ci sono le condizioni per creare una sottocommissione di cui fanno parte i rappresentanti dei Paesi dell'Eurozona”.

A Roma il ministro Gentiloni ha raccolto i ministri dei Paesi fondatori (Francia, Germania, Olanda, Lussemburgo e Belgio) con l'obiettivo di modificare i Trattati in vista del sessantesimo anniversario di quello di Roma, nel 2017. É il momento di rimettere mano ai Trattati?
“E' molto rischioso modificarli in un momento in cui l'euroscetticismo é forte. Si rischia di avere un accordo al ribasso, di fare un passo indietro invece che uno in avanti. La tempistica é tutto. Nei prossimi anni si voterà in molti grandi Paesi. Rischiamo dunque che i Trattati diventino terreno di scontro elettorale. Al tempo stesso mi rendo conto che così com'é l'Europa non va avanti”.

Che cosa fare dunque?
“In modo molto pragmatico, a Trattati invariati, verificherei quali sono i margini di potenziamento dell'attuale assetto istituzionale”.

In che senso?
“Non é sempre necessario modificare i Trattati per cambiare le cose. La Bce, con una scelta politica, ha utilizzato tutti i margini previsti dalla legge per rafforzare il proprio ruolo. Si dovrebbe fare cosí anche con le altre istituzioni”.

Anche il premier Renzi ha proposto primarie per la scelta dei candidati alla Commissione europeaSi sta andando verso una Europa sempre più politica? 
“Legare le elezioni del Parlamento europeo all'investitura politica del candidato alla presidenza della Commissione é stato un passo fondamentale. Lo stesso Juncker ha detto, a differenza che nel passato, di avere un ruolo politico. Anche in questo caso abbiamo assistito ad un cambio radicale senza una modifica dei Trattati. Dico sì alle primarie perché vanno nella direzione di accorciare la distanza tra cittadini europei e Istituzioni”.