Affari Europei

Più efficienza e capacità d'intervento. Sassoli: “E' ora di creare l'esercito europeo”

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Guardando alla strage di Parigi e ai bombardamenti dell'aviazione francese in Siria, viene spontaneo chiedersi come sarebbe l'Europa e il mondo se l'Unione europea avesse un esercito comune. Lei che cosa ne pensa?
“Io sono assolutamente favorevole alla creazione di un esercito unico che sappia difendere i confini dell'Europa e dare una risposta immediata alle minacce che mettono in pericolo i nostri valori. Si tratta ormai di una necessità strategica, politica ed economica. Lo stesso presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, a marzo, aveva sollevato questa ipotesi”.

E poi non se ne era fatto nulla. L'Europa non è troppo divisa per creare un esercito comune?
“Se aspettiamo che i governi dei ventotto stati europei si mettano d'accordo su una questione così delicata l'esercito europeo non si farà mai, mentre noi abbiamo bisogno di risposte immediate. Il Trattato di Lisbona però dà la possibilità ad un gruppo di Stati di fare un passo avanti nel processo di integrazione. E' la cosiddetta 'cooperazione rafforzata'”.

Quindi lei si immagina un esercito europeo composto solo da alcuni Stati?
“Inizialmente sì. Potremmo essere noi italiani, insieme ai francesi, ai tedeschi e agli olandesi. L'Inghilterra in questo momento non è favorevole, ma io sono sicuro che se si creasse un nucleo di cooperazione poi gli altri Stati si aggregherebbero in breve tempo”.

Quali sono i benefici di un esercito europeo?
“Sono immensi. Prima di tutto significa parlare con una voce sola. Oggi la Francia è stata attaccata per il suo intervento in Siria. I terroristi vogliono dividerci e impaurirci. Se davanti a loro invece ci fosse un fronte compatto la nostra credibilità ed efficacia nei confronti dell'Isis o di altre minacce interne o esterne sarebbe rafforzata. C'è poi una questione economica”.

In che senso?
“L'Europa a ventotto ha un budget per la difesa secondo solo a quello degli Stati uniti, eppure non abbiamo il secondo esercito del mondo. Ogni Stato ha le sue forze armate, i suoi mezzi, i suoi standard, che quasi mai si parlano tra loro. Il risultato è che ci sono delle diseconomie di scala enormi. Gli Usa hanno nove tipi di mezzi corazzati. In Europa ce ne sono 37. E questo vale per ogni aspetto della Difesa. Avere un esercito unico significa risparmiare miliardi ed essere più efficaci. Significa avere le migliori tecnologie e gli uomini meglio addestrati del mondo”.

Perché fino ad oggi non si è fatto nulla di tutto questo?
“Perché ogni Stato è geloso delle proprie prerogative e non vuole condividere le proprie competenze nazionali con altri. Questo tipo di pensiero però ormai non è più sostenibile. La Francia è stata vittima dell'Isis, ma i Paesi dell'Est temono molto l'espansionismo russo. Noi italiani abbiamo la bomba libica a poche miglia dalle nostre coste. Tutti hanno bisogno di un esercito Ue”.  

Come Parlamento Ue che cosa potete fare per raggiungere questo obiettivo?
“Valuteremo in settimana quali strumenti abbiamo a disposizione per dare inizio a questo processo, ma è importante che ci sia una volontà a livello politico europeo. Sono i governi a doversi mettere intorno ad un tavolo”.

L'Europa sarà il nuovo 'sceriffo del mondo', dopo il graduale disimpegno statunitense?
“Assolutamente no. Non si tratta di fare gli sceriffi, ma di avere gli strumenti giusti per difendersi. Creare un esercito unico non significa invadere la Libia o la Siria. Ogni azione dovrebbe essere approvata dagli Stati membri e dalle organizzazioni internazionali, Onu in primis”.