Affari Europei

Portogallo, l'austerity piace. Ora Rajoy prova a emulare Coelho

Anche l'austerity piace. Il voto in Portogallo ne ha dato un'inconfutabile prova. La coalizione di centrodestra guidata da Pedro Passos Coelho, infatti, ha vinto le elezioni nonostante abbia obbligato il Paese ad anni di dure riforme, tagli e di misure suggerite (o meglio imposte) dall'Ue e dalla troika. Una ricetta che si è rivelata vincente non solo per evitare a Lisbona di fare la fine della Grecia ma anche per conquistare la vittoria alle urne. Una vittoria che, chiaramente, fa felici anche le istituzioni europee e la stessa troika, che saluterà certo con entusiasmo la vittoria di quello che viene considerato il suo "alunno" prediletto.

LA VITTORIA DELL'AUSTERITY - Passos Coelho ha vinto perché ha saputo mettere in risalto i pregi della politica messa in atto dal suo governo sottolineando allo stesso tempo l'inaffidabilità dei socialisti e della sinistra più radicale. Era stato infatti proprio il governo socialista. È stato infatti il predecessore di Passos Coelho, il socialista Josè Socrates a portare il Paese nel baratro della crisi e alle forche caudine del salvataggio da 78 miliardi della troika nel 2011. Socrates è tra l'altro anche finito in carcere per corruzione e ne è uscito solo il mese scorso. Ma Passos Coelho ha usato a meraviglia l'"arma Socrates" e soprattutto è riuscito a convincere i portoghesi che senza le misure decise dal suo governo il Paese sarebbe andato allo sfascio totale.

RAJOY COME PASSOS COELHO? - Il risultato del voto portoghese dà fiducia a tutti i sostenitori dell'austerity e ai premier che, loro malgrado, sono costretti o saranno costretti ad applicarla in maniera rigida e severa. Uno che avrà osservato sicuramente con grande attenzione quanto accaduto in Portogallo è Mariano Rajoy. Il premier spagnolo, analogamente alla sua controparte portoghese, ha tirato il suo Paese fuori dalle secche grazie alle misure dell'austerity. Ora, in vista delle elezioni del prossimo novembre, la sua sfida sarà quella di riuscire a dimostrare di essere l'opzione più credibile e affidabile a disposizione degli spagnoli per garantire la sicurezza economica. Rajoy punterà a far comprendere che se la vittoria dovesse andare alla sinistra radicale i conti pubblici andranno fuori controllo. Certo, la missione di Rajoy sarà un po' più difficile di quella di Passos Coelho, vista la forza crescente di Podemos, ma il premier uscente spagnolo ha tutte le carte in regola per seguire l'esempio del premier (rientrante) portoghese.

RISCHIO NUOVE ELEZIONI NEL 2016 - In tutto ciò c'è comunque il rischio che la vittoria di Passos Coelho possa condurre a un governo di minoranza. Già, perché la maggioranza assoluta non è stata raggiunta. Dopo lo spoglio del 99% delle schede e l'assegnazione di 207 seggi su 230, la coalizione ottiene 98 deputati, contro 79 al Ps, 16 al Bloco de Esquerda e 14 alla Cdu. La quota della maggioranza assoluta è infatti di 116 seggi. I socialisti sconfitti si sono tirati indietro e hanno già annunciato di essere contrari a un governo di coalizione. Sul tavolo c'è dunque la possibilità di un esecutivo di minoranza guidato da Passos Coelho fino a nuove elezioni già nel 2016.