Affari Europei
In Belgio a rischio le proprietà della Chiesa ortodossa
Il Patriarcato di Mosca è finito nel mirino delle autorità belghe che la settimana scorsa hanno dato il via alla confisca di proprietà dello Stato russo nell'ambito della complessa e annosa vicenda giudiziaria che riguarda la defunta compagnia petrolifera Yukos. Come riporta il quotidiano Vedomosti, la diocesi di Bruxelles-Belgio della Chiesa ortodossa russa ha ricevuto una lettera con cui gli ufficiali giudiziari le comunicano l'inclusione nella lista delle organizzazioni le cui proprietà sono suscettibili di sequestro, nel rispetto della sentenza della corte arbitrale dell'Aja che ha riconosciuto agli ex azionisti della Yukos un un maxi risarcimento di 50 miliardi di dollari per la smembramento della major petrolifera appartenente all'oligarca Mikhail Khodorokovsky. Mosca non ha ancora versato la somma, spiegando di non riconoscere l'autorità del tribunale e minacciando "misure reciproche" a Francia e Belgio, che hanno dato il via al sequestro di asset sul loro territorio.
Il segretario diocesano, l'arciprete Andrei Eliseev, ha spiegato che la diocesi e' un soggetto di diritto belga e operante nel Paese su decreto regio, in conformita' con le leggi locali e ha annunciato che la Chiesa fara' ricorso e dimostrera' per vie legali di non essere un'organizzazione russa. Come ha riportato l'agenzia Afp, la vicenda ha visto in Francia il congelamento di conti in circa 40 banche, oltre a otto o nove proprieta' immobiliari.
In Belgio, secondo quanto ha riferito il ministero degli Esteri di Mosca, nell'ambito della stessa azione giudiziaria, sono finite: l'ambasciata russa a Bruxelles e gli uffici della rappresentanza all'Unione europea e alla Nato. Stando ai media russi, sono stati colpiti dall'ordine di sequestro anche beni dei media di Stato, come l'agenzia Tass e l'emittente Russia Today.