Terrorismo, il Parlamento Ue vota sul Pnr
Il Parlamento Ue pronto ad approvare il registro dei passeggeri aerei
Finalmente ci siamo. Dopo promesse, annunci disattesi e soprattutto continui rinvii arriva il momento che molti stavano aspettando per lanciare un segnale europeo contro il terrorismo: la prossima settimana la Plenaria del Parlamento Europeo voterà sull'adozione del Pnr (Passenger name record), vale a dire il registro dei passeggeri per gli aerei. SI tratta di una misura molto attesa considerata un primo importante passo verso la lotta al terrorismo.
“Finalmente sembra che stiamo per votare sul Pnr europeo”, esulta il relatore per la proposta, Timothy Kirkhope dei conservatori (Ecr).”Ci sono voluti cinque anni con molti ostacoli e molte trattative – ricorda Kirkhope – ma credo che l’Ue e il Regno Unito ne abbiano bisogno urgentemente”. Secondo il relatore, il Pnr “ci fornirà un modo vitale per individuare i foreign fighters, i trafficanti di droga e i criminali pericolosi”.
Il successo viene rivendicato con forza dal Ppe. Sono stati i Popolari infatti a insistere negli scorsi mesi per l'adozione del Pnr, mentre i socialisti avevano frenato (compresa la Francia di Hollande) per paura delle limitazioni della privacy dei passeggeri. "Grazie alla nostra pressione" osserva il capogruppo dei popolari all'Europarlamento Manfred Weber, "il Consiglio è potuto intervenire e i gruppi di sinistra al Parlamento europeo hanno accettato una votazione finale. Fin dall'inizio dell'anno il Gruppo Ppe ha spinto per l'adozione della legislazione che era stata bloccata a causa di un gioco di potere dei gruppi di sinistra. Non c'era una valida ragione a favore di questo ritardo. La legislazione sul registro europeo dei dati dei passeggeri aerei è uno strumento efficace nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata".
Ora sono pronti a votare a favore anche i socialisti. Anche se per l’eurodeputato S&D e presidente della commissione che dovrà votare il pacchetto, Claude Moraes, “queste misure hanno un ruolo importante da giocare per combattere il terrorismo” ma “non sono e non devono essere presentate come una bacchetta magica”. Per l’esponente socialista, “la lezione più importante che deve essere tratta dai tragici eventi di Parigi e Bruxelles non è che non abbiamo abbastanza informazioni sui sospetti di terrorismo, ma che queste informazioni non sono utilizzate o condivise in modo efficace dalle agenzie nazionali”.