Affari Europei

Tsipras vola al vertice del Pse all'Eliseo. Flessibilità, verso l'asse Parigi-Roma-Atene

Tutti a Parigi. I leader socialisti europei si sono dati appuntamento all'Eliseo per discutere dei temi centrali che verranno dibattuti durante il Consiglio europeo di settimana prossima. Della partita sarà anche il premier greco Alexis Tsipras. Il leader di Syriza parteciperà solo come osservatore, ma é chiaro che anche Atene si sta avvicinando al Pse e guarda con interesse alle alleanze che si stanno formando intorno a Bruxelles.

Già, perché i temi da affrontare sono principale due. Prima di tutto l'austerity, con Bruxelles che ha messo sotto la lente di ingrandimento Francia, Italia, Spagna e altri Paesi Ue. L'irritazione di Parigi é forte: il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, ha criticato quella che definisce la "contro-pedagogia" della Commissione europea, la quale martedi scorso aveva definito "eccessivi" gli squilibri dell'economia transalpina. "La migliore pedagogia - sostiene - e' quella di incoraggiare i paesi che fanno degli sforzi, come la Francia, incitandoli a continuare a farli".

E anche l'Italia scalpita per avere maggiore libertà sul fronte del bilancio. Matteo Renzi lo ha ripetuto più volte e in più occasioni, arrivando anche a scontri molto duri con il presidente Jean Claude Juncker: le regole di bilancio non sono tutto, serve maggiore flessibilità se vogliamo tornare a rivivere il sogno europeo.

E mentre a Venezia Hollande e Renzi definivano una strategia comune per mettere all'angolo il rigore di Angela Merkel, Tsipras doveva affrontare le proteste dei suoi cittadini contro le misure imposte dalla Troika, riforma delle pensioni in primis. Tsipras ormai ha capito che andare allo scontro duro con Bruxelles da soli non serve, meglio cercare alleanze, magari allargando ad un Portogallo sempre più insofferente delle rigidità europee.

Resta però il nodo migranti, il vero cruccio di Bruxelles che tema il disgregarsi dell'Europa dopo la morte di Schengen. I Balcani sono blindati, in Grecia si accumulano i rifugiati, mentre Berlino spinge per un accordo con la Turchia che però sembra sempre più in salita.

Juncker ha nell'Italia e nella Germania i migliori alleati, ma l'appoggio di Roma non é scontato. Servono i ricollocamenti all'interno dell'Unione e flessibilità per le spese affrontate per dare un tetto e da mangiare ai migranti. E Hollande, che non vuole certo accogliere i profughi, sa di dover cedere in cambio di una maggiore libertà finanziaria.