Me Too degli scacchi, giocatrici denunciano sessimo e discriminazione

"Non conosco quasi nessuna donna di scacchi che non abbia avuto alcuna esperienza con il sessismo", afferma una giocatrice

Di Redazione Cronache
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La campionessa 21enne Annmarie Meutsch denuncia il sessismo negli scacchi ma non è l'unica. Spuntano altri casi in tutto il mondo

Il movimento Me Too ora si espande anche al mondo degli scacchi con diverse giocatrici in tutto il mondo che denunciano casi di molestie, sessissimo e discriminazione. Tutto è partito da Annmarie Meutsch, 21enne tedesca e promessa degli scacchi a livello internazionale.

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L'ex campionessa del mondo under 16 in una intervista al settimanale Der Spiegel denuncia: "Non conosco quasi nessuna donna di scacchi che non abbia avuto alcuna esperienza con il sessismo e personalmente ho sentito così tanti commenti offensivi nei miei confronti che quasi non me ne accorgo quasi più. Io ho imparato ad affrontare il disagio. Ma per le ragazze adolescenti, per chi comincia a giocare è davvero pesante".

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Meutsch ha anche firmato a una lettera aperta pubblicata la settimana scorsa da 14 scacchisti francesi e a cui hanno aderito più di 100 donne in cui si mettono in luce i comportamenti sessisti dei loro colleghi maschi: "Da quando ho firmato la lettera — ha aggiunto — ho pensato in modo piu profondo a quello che mi è successo. Mi sono successe così tante cose di cui prima non ero a conoscenza e ho dovuto rinunciare ad alcuni tornei perché non volevo incontrare alcune persone lì. Ecco perché non li ho giocati".

Scacchi e sessismo: aumentano le denunce in tutto il mondo

Questa comunque non è la prima presa di posizione sul tema del sessismo da parte di una giocatrice di scacchi. Negli Stati Uniti il grande maestro Alejandro Ramirez del Costa Rica è stato denunciato da una decina di scacchiste, tra cui anche alcune minorenni, per assalti sessuali e ripetute molestie. In una lettera aperta, anche questa sostenuta dalla federazione francese, 64 giocatori e giocatrici in tutto il mondo affermano di "aver subito violenze sessiste o sessuali da parte di altri giocatori di scacchi, allenatori, arbitri e dirigenti e siamo convinti che queste vessazioni e questi attacchi siano uno dei motivi principali per cui le donne e le ragazze, soprattutto in età adolescenziale, smettono di giocare a scacchi".

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