Omicidio Stasi, parla l’avvocato: “Paolo ha aperto la porta al suo killer"

Domenico Attanasi il legale della famiglia del 19enne freddato sotto casa nel pomeriggio del 9 novembre: "Era sereno e tranquillo"

di Fabiana Agnello
Cronache

Omicidio Stasi, parla l’avvocato di famiglia: "Paolo ha aperto la porta al suo killer"

"Paolo ha aperto la porta al suo killer, e prima di scendere ad aprire era sereno e tranquillo": così l’avvocato della famiglia Stasi, Domenico Attanasi, descrive gli ultimi attimi vissuti da Paolo, il 19enne barbaramente assassinato con alcuni colpi di arma da fuoco sotto casa nella serata del 9 novembre a Francavilla Fontana.

"È inspiegabile la vicenda e prematura la morte di un giovane molto tranquillo, che non usciva spesso. Aveva pochi amici ed era riservato", prosegue l’avvocato Domenico Attanasi, parlando del giovane figlio dell’operatore radiofonico, Giuseppe. Il giovane, diplomatosi all’alberghiero, era in cerca di un’occupazione e nulla avrebbe fatto presagire la tragedia che si è consumata in via Occhiabianchi poco dopo le 18.

"Paolo ha sceso la rampa di scale che dal primo piano lo ha portato all’ingresso di casa, al pianterreno. Nessuno sa se aspettava qualcuno o se conosceva quel qualcuno cui ha aperto la porta", ha proseguito il legale Attanasi, sconvolto anche lui quale cittadino di Francavilla Fontana, sgomenta per una vicenda assurda balzata alle cronache nazionali.

"Pur nella consapevolezza della importante e delicata funzione svolta dagli organi di informazione sia locali che nazionali, si esprime l’auspicio che gli stessi operino, nel rispetto del segreto investigativo, ricostruzioni della vicenda rigorosamente verificate, astenendosi dal fornire all’opinione pubblica chiavi di lettura dell’accaduto meramente ipotetiche o congetturali e, come tali, fuorvianti. Tanto al fine di riservare alla memoria del giovane Paolo e al dolore dei suoi familiari il doveroso rispetto", ha diffuso anche in una nota l’avvocato di famiglia.

Le indagini e la mancanza di bossoli sulla scena del delitto: le ipotesi

L’attività d’indagine è condotta dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana unitamente ai carabinieri del nucleo investigativo di Brindisi, sotto la direzione del pm Giuseppe De Nozza. Alcuna pista è stata esclusa dai militari che hanno sequestrato tutto c’è che era da sequestrare all’interno della casa come pc, cellulari e altri dispositivi.

Numerosi sono i testimoni ascoltati fin dalla serata del 9 novembre, ma fino a ora alcuna novità rilevante per gli investigatori. Certo è che, sul luogo del delitto, non sono stati trovati i bossoli e questo apre a due ipotesi: o l’assassino di Paolo Stasi, dopo aver esploso i colpi, ha avuto il tempo e la freddezza di raccoglierli oppure il sicario ha utilizzato una pistola a tamburo che non ne rilascia, conservandoli, appunto, nel tamburo. Al vaglio degli investigatori anche le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza privati della zona. 


 

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