Ragazze e lavoro, gli stereotipi e i retaggi maschili pesano sul loro futuro
L'ambiente professionale è il luogo in cui le ragazze si aspettano più violenza di genere e discriminazione
L’Italia detiene il record europeo negativo di ragazze Neet: il 25% delle italiane tra i 15 e 29 anni non studiano e non lavorano
L’indagine di Terre des Hommes su ragazze e lavoro, in occasione dell’8 marzo: emerge che oltre la metà delle ragazze (53,96%) si sente limitata, nelle scelte sul futuro, da stereotipi e retaggi maschilisti, inoltre il lavoro è percepito come il luogo più a rischio discriminazione.
I dati sono stati raccolti dall’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes e OneDay Group che quest’anno ha coinvolto oltre 2000 ragazze adolescenti dai 14 ai 26 anni.
La percezione che il futuro e il mondo del lavoro siano particolarmente complessi per le ragazze sembra confermata da dati che arrivano dal mondo del lavoro e dell’istruzione: l’Italia detiene il record europeo negativo di ragazze Neet (il 25% delle italiane tra i 15 e 29 anni non studiano e non lavorano).
Le ragazze che scelgono corsi di laurea e carriere tradizionalmente maschili, come l’ambito Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics), sono molto meno rispetto ai ragazzi (nel 2020/2021 erano solo il 20%); i livelli di alfabetizzazione finanziaria delle giovani donne sono più bassi di quelli dei coetanei.
Gli stereotipi di genere pesano sul futuro di una ragazza su due
Gli stereotipi pesano sul futuro di 1 ragazza su 2. Il lavoro è il luogo in cui le ragazze si aspettano più violenza di genere e discriminazione.
Oltre il 50% si sente condizionata da stereotipi e retaggi maschilisti e il 20% non ha nessun modello di riferimento a cui ispirarsi. Sono i dati che emergono dalla ricerca dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay Group.
Le ragazze si sentono limitate dagli stereotipi e dai retaggi maschili
Più della metà delle intervistate, il 53,96%, ritiene che le scelte riguardo agli studi futuri o alla carriera lavorativa, le ambizioni e le passioni vengano limitate dagli stereotipi e retaggi maschilisti.
Al secondo posto viene indicata l’assenza di una rete di sostegno, al terzo la mancanza di modelli a cui ispirarsi. Una mancanza sottolineata anche dal fatto che per il 20% di loro “non c’è nessun modello di riferimento” e per il 30% il principale modello è la propria mamma.
Una ragazza su 2 non ha modelli esterni alla famiglia a cui riferirsi “idealmente” per progettare il proprio futuro.
“È urgente un cambiamento culturale che non può che partire dalla scuola. Occorre lavorare affinché genitori e insegnanti incoraggino le ragazze a seguire percorsi di studio che permettono carriere vicine ai loro reali desideri, al netto dei condizionamenti esterni, che arrivano persino dai libri di testo che ancora troppo spesso raffigurano gli uomini come scienziati e ingegneri e le donne come maestre e infermiere“, ha commentato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes.
Il 25% delle ragazze italiane non studia e non lavora
La mancanza di modelli di riferimento e gli stereotipi non aiutano le giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), per cui l’Italia detiene il record europeo negativo: le italiane tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono il 25%.
La situazione è determinata da un lato da convenzioni o vere e proprie pressioni sociali che tendono a dare una maggiore importanza al ruolo delle donne all’interno della famiglia.
Dall’altro da un mercato del lavoro che privilegia l’assunzione di giovani uomini rispetto alle giovani donne, e rende difficile conciliare l’attività lavorativa con la cura dei figli.
Le ragazze rappresentano il 60% dei laureati in Italia, ma le discipline STEM sono una chimera
Sebbene le ragazze rappresentino quasi il 60% dei laureati in Italia, la loro presenza all’interno dei corsi di laurea Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) è decisamente più ridotta a vantaggio di percorsi di studio in ambito linguistico, medico e umanistico.
Secondo il Ministero della Pubblica Istruzione, nell’anno accademico 2020/2021 le studentesse immatricolate nei corsi di laurea Stem sono il 21%, la metà rispetto agli uomini.
Eppure, la laurea in una disciplina Ict, come ingegneria o più in generale nelle materie scientifiche, permette di avere migliori sbocchi occupazionali e maggiori possibilità di guadagno.
Il gap delle ragazze sull'educazione finanziaria
Un altro gender gap è quello legato all’educazione finanziaria: dal gestire un conto corrente o calcolare il tasso di interesse di un prestito a capire un investimento finanziario.
I più recenti test Pisa-Ocse evidenziano come, in media, i livelli di alfabetizzazione finanziaria dei maschi 15enni siano superiori di due punti percentuali rispetto a quelli delle coetanee. Il gap in Italia è di 15 punti.
La realtà non è rassicurante per le ragazze
Il 47,78% delle giovani ha dichiarato all’Osservatorio indifesa di aver assistito a una violenza fisica.
Non va meglio con la violenza psicologica: 7 ragazze su 10 ha assistito ad episodi di questo tipo.
La realtà non è rassicurante per le nuove generazioni: le giovani percepiscono il rischio della solitudine e dell’isolamento sociale (23,14%), il pericolo della violenza psicologica (19,72%), del bullismo (17,90%) e della violenza sessuale (17,39%).
Per l’82,90% il web non è un ambiente sano e sicuro. Tra i rischi mettono al primo posto il cyberbullismo.
Non migliora la situazione nella vita offline: il 23,14% sente il pericolo della solitudine e dell’isolamento sociale il 19,72% quello della violenza psicologica, il 17,70% del bullismo e il 17,39% della violenza sessuale.
Per quasi il 34% delle intervistate, d’altra parte, non si stanno facendo passi avanti nella parità di genere.