"Se parli non giochi più". Il coach pedofilo era recidivo. Tutti lo sapevano
Invitava i ragazzi nella sua stanza. Si teme che le vittime possano essere molte di più. Era già stato condannato in passato per altri abusi
Il coach pedofilo arrestato e la condanna definitiva per abusi ignorata
Continua a far discutere il caso di Paolo Traino, il coach di basket arrestato dalla Squadra Mobile di Roma con la pesantissima accusa di aver abusato di un ragazzo minorenne. La cosa che ha dell'incredibile è legata al passato di questo uomo, già condannato in passato per fatti analoghi ma comunque lasciato libero di allenare una squadra di basket di ragazzini. Nella foresteria di una società di basket romana, la Stella Azzurra, sulla via Flaminia, - si legge sul Messaggero - avrebbe avvicinato almeno un giovane sportivo e, con la scusa di praticare massaggi, o di ripassare gli schemi di gioco, avrebbe abusato di lui. E non è escluso che ci siano anche altre vittime: il sospetto è che le abbia minacciate di non farle più scendere in campo, se lo avessero denunciato. Ora il cinquantacinquenne si trova nel carcere di Regina Coeli. Oggi è previsto l'interrogatorio di garanzia.
Traino - prosegue il Messaggero - di fatto lavorava per la Stella Azzurra da almeno sette anni. Dunque dal 2015, e anche mentre era sotto processo per le altre violenze. Di volta in volta, anche in base alle stagioni, il suo contratto veniva rinnovato. "Ma - spiegano dai vertici della società - non lavora più per noi da qualche tempo per dei problemi personali". Ufficialmente, dalla società fanno sapere che "Traino aveva smesso di allenare per assistere la madre malata». In realtà, la condanna da Perugia è diventata definitiva lo scorso dicembre e dallo stesso mese l'uomo ha smesso di allenare la giovanile romana. Divergenti i pareri sul suo conto da parte di chi è passato per la Stella Azzurra: c'è chi sostiene che i suoi modi troppo affettuosi fossero conosciuti, e c'è chi sottolinea solo le capacità professionali.