Direttiva case green, via libera del Parlamento europeo: monta la polemica

Entro il 2033 tutti gli edifici dovranno essere in classe D. La Lega: “Dalla Ue uno schiaffo all’Italia”

di Tommaso Berardi
Economia

Direttive case green, primo ok del Parlamento europeo

La Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia del Parlamento europeo ha dato il primo via libera alla cosiddetta “Direttiva case green” che impone un rinnovamento del parco abitativo per renderlo più efficiente e sostenibile. Sono stati 49 i voti favorevoli, 18 i contrari e 6 gli astenuti. Il testo votato si basa su un accordo tra Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra. Contrari Ecr (di cui fa parte Fratelli d’Italia) e Id (di cui fa parte la Lega). Anche Forza Italia, terzo partito della coalizione di governo, ha votato contro, nonostante l’adesione al Partito Popolare. 
 
 Entro il 2033, dunque, tutte le case dovranno essere portate alla classe “D”, che rappresenta un consumo annuo equivalente di 71-90 kw/h per metro quadro. Si tratta di un obiettivo particolarmente sfidante, visto che oggi tre quarti delle abitazioni nel nostro Paese sono al di sotto di questi standard. In particolare, il 35,2% è in classe G (oltre i 160 kw/h per mq), il 24,5% in F (12-160), il 16,3% in E (91-120). Parliamo di circa 11 milioni di case in totale. 

Quanto costa una casa green

Avere una casa più efficiente è ovviamente un bel vantaggio sia per chi la abita – riducendo i consumi e quindi abbattendo il costo delle bollette, che oggi scontano un prezzo di circa 0,374 euro per Kw/h – sia per l’ambiente, perché si riducono le emissioni. Ma tutto questo ha ovviamente un prezzo. In Italia, ad esempio, è stato stimato che, a fronte di risparmi annui di 60 miliardi di euro, potrebbero essere necessari fino a 1.400 miliardi nel decennio, come ha rilevato Milano Finanza. 

Il Superbonus varato dai precedenti governi aveva il merito di rendere i lavori di ammodernamento della casa totalmente detraibili. Ma ha mostrato immediatamente il tallone d’Achille del nostro Paese, con operazioni ben oltre la frode, preventivi gonfiati, perizie incomplete. Tanto che l’attuale esecutivo ha scelto di non rinnovare questo sgravio, senza però trovare alternative. Perché, inutile girarci attorno, rifare una casa – specie se singola – costa parecchi soldi. Per una villetta unifamiliare possono essere necessari anche 300mila euro tra cappotto termico, infissi, rifacimento del tetto e via dicendo.

Va un po’ meglio, per modo di dire, nei condomini, dove le spese per le facciate vengono ripartite tra i vari inquilini. Ma anche in quel caso difficile riuscire a spendere meno di 30mila euro. Senza contare che servono anche caldaie nuove, meglio se a condensazione (dai 2.000 euro in su), termovalvole per i caloriferi, pompe di calore e via dicendo. Insomma, se la costruzione di una casa ex novo, anche grazie ai mutui green che vengono erogati dalle banche e che garantiscono tassi più competitivi, rappresenta un bell’incentivo, molto diverso è il discorso sul parco abitativo esistente.

Il ministro Pichetto Fratin: "In Italia situazione particolare"

"Non vedo solo noi italiani a lamentarci, la realtà italiana ha una caratteristica che la differenzia rispetto a tutta Europa dove non c’è la microproprietà italiana e il risparmio delle famiglie sull’immobile. Questo determina la preoccupazione perché non è un Spa che deve fare la ristrutturazione". Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin a Radio anch’io parlando della Direttiva Ue sulle case verdi.

Rispetto al testo della direttiva, "che non andava bene all'origine", "si pensava che il Parlamento riuscisse intervenire" ma "leggo che ciò che non avviene e che probabilmente saremo in minoranza perché la differenziazione tra paese e paese deve portare a una valutazione più graduale ma siamo d’accordo sul 2050 e ricordiamo che non c’è una sanzione automatica sul proprietario di casa, la cosa che si valutava era una gradualità diversa", dice.

Il ministro aggiunge che "noi per primi ci rendiamo conto della necessità di fare in modo che gli italiani abbiano case in classe energetica migliore e automaticamente costi meno il riscaldamento", quindi "a beneficio delle famiglie". "Vediamo come va il Parlamento Ue poi ci sarà il trilogo e si riapre tutta la trattativa rispetto alla posizione espressa dal Consiglio europeo il 25 ottobre": alla fine dei vari passaggi "ci sarà una trattiva dove il ruolo degli Stati torna molto forte", conclude.

Le altre reazioni alla nuova direttiva

“Il voto al Parlamento europeo, in Commissione industria, sulla proposta di direttiva che obbliga a fare interventi di efficientamento energetico sugli immobili è andato come era previsto, cioè con il sì al testo. Il Governo Meloni, però, può ancora intervenire per scongiurare gli effetti disastrosi che l’approvazione definitiva di questo provvedimento avrebbe per l’Italia". Lo dichiara Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia in una nota. "Ci aspettiamo che lo faccia, in coerenza con le dichiarazioni rilasciate nell’ultimo mese dai maggiori esponenti dei tre partiti della coalizione (oltre che da autorevoli rappresentanti di Italia Viva-Azione)”, aggiunge.

L'approvazione in commissione al Parlamento Europeo della direttiva Case Green è qualcosa di estremamente preoccupante. Gli europarlamentari della Lega nei giorni passati hanno portato le giuste rimostranze del nostro Paese, sottolineando come questa direttiva creerà danni incalcolabili ad imprese e cittadini. Da Roma ringraziamo i nostri colleghi in Europa e siamo anche noi in prima linea per frenare questa ennesima euro follia turbo ambientalista. La XIV Commissione Politiche dell'Unione Europea la prossima settimana continuerà il ciclo di sub audizioni delle associazioni rappresentative del mondo casa. Dopo aver audito ANCE la scorsa settimana audiremo e incontreremo altri rappresentanti del settore. Stiamo facendo quello che Commissione ed eurosinistra non ha voluto fare a Bruxelles, ovvero interfacciarci con il sistema paese, che su questo tema è fortemente schierato dalla nostra parte. Per quel che ci riguarda la battaglia valoriale, identitaria ed economica per la tutela della casa di proprietà è appena iniziata”. Lo dichiarano i deputati della Lega Alessandro Giglio Vigna e Stefano Candiani, Presidente e Capogruppo della commissione Ue.
 

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