Ingresso dello Stato in Stellantis, governo Meloni in pressing e Elkann...

Automotive, il ministro Urso: "C’è spazio per nuovo player, ingresso possibile se aumentiamo la produzione"

di Redazione
L’ingresso dello Stato in Stellantis, pressing del governo Meloni. John Elkann dice no
(foto Lapresse)
Economia

Stellantis, l'ingresso dello Stato nel capitale? Elkann dice no. E Musk...

L’ingresso dello Stato italiano in Stellantis magari attraverso la Cassa depositi e prestiti? E' un obiettivo annunciato da Fratelli d’Italia e che piaceva anche alla Lega prima di vincere le elezioni e andare al governo. John Elkann ha sempre respinto l'idea in modo netto anche recentemente, visto che Stellantis è un gruppo privato.

"Gli Stati entrano nelle imprese quando vanno male e Stellantis va molto bene", ha detto recentemente. “Sapete dai risultati del 2022 che siamo in valore assoluto la società del settore auto che ha avuto i risultati operativi più alti e nella nostra storia, che nasce come Fiat tre secoli fa, poi Fca e oggi Stellantis, non abbiamo avuto nessun bisogno di avere lo Stato nel nostro capitale”, aveva detto. Su Psa, la precisazione di Elkann: “Il nostro socio francese ha avuto delle difficoltà negli anni che hanno reso necessario l’intervento dello stato francese”.

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In borsa Stellantis vale sopra 50 miliardi, per cui CDP dovrebbe spendere più di 3 miliardi per pareggiare la presenza dello stato francese nel capitale. C'è davvero l'intenzione a investire sino a questi livelli? Di certo è da escludere un ingresso 'ostile', la sensazione è della ricerca di una quadra con Elkann.

 Non dimentichiamo che la scorsa settimana, il CEO di Tesla, Elon Musk, è stato a Palazzo Chigi. Tra lui e la premier Giorgia Meloni c'è sintonia su molte cose (in primis la necessità di sostenere le nascite in Italia). Tanti i dossier sul tavolo di cui si è parlato è risulta evidente che uno dei temi caldi sia la possibilità di aprire uno stabilimento automobilistico sul nostro territorio nazionale (desiderio anche del presidente Emmanuel Macron in Francia: i due hanno avuto un vertice dopo quello con il governo italiano). La presenza di un forte concorrente sul mercato italiano potrebbe incentivare John Elkann a tornare a guardare ai nostri stabilimenti.

Automotive, Urso apre: "C'è spazio per nuovo player" 

In Italia c’è spazio per un nuovo player automotive a patto che aumenti la produzione, soprattutto nell’elettricità. E’ il ministro delle imprese, Adolfo Urso, a profilare al termine dei tavoli con Fim Fiom Uilm e Uglm la possibilità’ di ampliare i competitors sul mercato dell’auto. “L’Italia è l’unico paese produttore ad avere una sola casa automobilistica nonostante si disponga di un straordinaria filiera auto dell’automotive che produce non soltanto per produttori italiani ma fortunatamente anche per tanti produttori stranieri. Quindi, siamo il paese, l’unico paese in Europa, che ha si’ una sola casa di produzione automotive ma anche l’unico paese ad avere una industria che produce componenti per l’auto più sviluppata e competitiva e che serve mantenere, se possibile rafforzare.

Quindi, di conseguenza, serve un grande piano sul settore automotive che parte dall’accordo di transizione con Stellantis. Poi ovviamente le condizioni di mercato saranno tali che ci sara’ lo spazio per una seconda, anche una terza industria automotive ovviamente soprattutto sull’elettrico”, spiega ricordando pero’ il pesante “delta” di produzione made in Italy ferma l momento a 473 mila autovetture contro un potenziale di 1.400.000. “E’ dunque necessario che la produzione in Italia aumenti in modo significativo da subito, per rispondere alle richiese di mercato soprattutto sui prodotti che il mercato e’ disponibile ad assorbire. Io inoltre devo consentire a chi possiede una macchina vecchia e molto inquinante di permettersi di cambiare auto. Questo significa fare una vera transizione, rispettare l’ambiente e aiutare chi ha piu’ bisogno”, conclude.

Stellantis, Urso: "Per l'automotive serve un grande piano, si parta da un accordo necessario per la transizione"

“L’accordo con Stellantis è necessario: un accordo sulla transizione per aumentare la produzione delle auto, di modelli innovativi accompagnando anche l’indotto italiano nella riconversione. Serve un grande piano sul settore automotive che parta proprio dall’accordo di transizione con il principale attore produttivo italiano”. Cosi’ il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, al termine dei tavoli con Fim, Fiom, Uilm e Uglm, su automotive, elettrodomestici e ex Ilva, fa il punto sul settore automobilistico italiano. Un piano con cui riequilibrare lo sbilancio che si registra con la Francia e con gli altri partner europei.

“Noi dobbiamo agire per aumentare la produzione di automotive nel nostro paese a fronte dello squilibrio che registriamo con l’Europa : solo per dirlo con i numeri gli incentivi dati per la acquisto di automobili sono andati per l’80% a macchine prodotte all’estero. Per l’esattezza sono andati per il 40% a Stellantis e per il 60% ad altre case automobilistiche ovviamente che producono all’estero ma la metà del 40% di Stellantis sono andati ad auto prodotte all’estero”, prosegue ricordando anche come ogni 5000 euro di incentivi andati per acquistare un’automobile circa 4000 sono andati a fabbriche a produzioni estere.

“E questo non va bene. Ci vuole impegno a produrre di più: in Italia noi abbiamo ancora un parco macchine vecchio: il 25% del circolante euro zero, euro 1 , 2 e 3. E io devo consentire a chi possiede una macchina datata che inquina molto di poter sostituire questa macchina. Questo significa fare davvero una transizione e soprattutto rispettare l’ambiente oltre che aiutare chi più ne ha bisogno. Tutto questo ci porta dire che e’ necessario che la produzione in Italia aumenti e in modo significativo da subito per rispondere alle richieste del mercato soprattutto sui prodotti che il mercato è disponibile ad assorbire”.

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