L'inflazione torna a correre e gli italiani tolgono soldi dal conto corrente
Nel mese di maggio, e in futuro, il valore della liquidità parcheggiata sui conti correnti soffrirà a causa del rincaro dei beni legati all'energia
L'inflazione torna a crescere, "perdono" i conti correnti. Ecco perchè gli italiani guardano ad altri investimenti
Torna a crescere l'inflazione che a causa dei rincari dei beni legati all'energia ad aprile registra una crescita dello 0,5% mensile e dell'8,2% su base annua. L’aumento dell’indice di inflazione minaccia anche il valore reale della liquidità parcheggiata sui conti correnti, perché, di fatto, riduce nel tempo la quantità di beni che si potrebbero comprare con quella specifica somma di denaro. Molti correntisti hanno così compreso il bisogno di ridurre le giacenze liquide dei loro conti correnti e destinarli ad investimenti più redditizi.
Il salto da risparmiatore a investitore necessita però di un cambiamento generale della cultura finanziaria. I dati europei dimostrano la modesta alfabetizzazione finanziaria nel nostro Paese. La qualità rimane contenuta in alcune fasce della popolazione come i giovani che vanno invece coinvolti e informati anche con i canali digitali a loro congeniali. I Millennials soprattutto dovranno capire l'importanza della pianificazione pensionistica perchè l'inevitabile scarsità delle prestazioni pensionistiche obbligatorie dovrà indurli a sottoscrivere una forma di previdenza capace di garantire loro una vecchiaia serena. Sarà dunque necessario fare delle scelte oculate, pensare a quali azioni intraprendere per valorizzare risparmi e costruire una rendita integrativa adeguata.
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L'inflazione torna a crescere, e a "farne le spese" sono i conti correnti degli italiani. Ecco perchè
Ecco perchè puntare sulla loro educazione finanziaria è uno degli investimenti più avveduti che possiamo fare. Sono alcune riflessioni che emergono dall'Ufficio Studi di Assogestioni durante un recente confronto col Censis, istituto di ricerca socio-economica italiano fondato nel 1964. Lo studio evidenzia come lo scorso anno la liquidità delle famiglie italiane si è ridotta di ben 20 mld di euro, mentre nel mese di Marzo del corrente anno il valore dei depositi bancari è sceso del 6% circa rispetto a un anno fa. L'inflazione ha ridotto il fascino del contante tant'è che oggi il 40% dei risparmiatori si dichiara propenso a valutare alternative alla liquidità di conti correnti.
Il Rapporto evidenzia però, attraverso una serie di quesiti, come le competenze dei risparmiatori riguardo ad investimenti e tematiche economiche siano piuttosto deboli. Il problema va oltre alla carenza di conoscenze perchè permangono le illusorie competenze: ad esempio tra coloro che affermano di sapere che cos’è l’inflazione, 4 su 10 non sanno che diminuisce il potere d’acquisto dei redditi. C'è poi chi pensa di avere adeguate nozioni finanziarie ma il 52% degli intervistati ha risposto in maniera errata a diversi quesiti. Trattasi di incompetenze occulte che agevolano comportamenti finanziari dannosi e una insufficiente inclinazione all'educazione.
C'è anche chi pensa che gli investimenti redditizi siano dovuti al caso, alla fortuna. Per questi risparmiatori conterebbe solo la buona sorte! L'insieme di questi comportamenti e scarse conoscenze si riflette sulle scelte di investimento degli italiani e l'espressione che meglio delinea lo stato d'animo è prudenza. Un atteggiamento che spiega il forte legame che ancora lega l'investitore retail ai fondi di investimento obbligazionari.
È fondamentale quindi colmare queste lacune facendo ricorso all'educazione finanziaria. Oltre al coinvolgimento delle istituzioni ci devono essere anche l'impegno e le responsabilità individuali. Sono quasi dodici milioni gli italiani che investono in fondi che impongono, per loro natura, un approccio alla diversificazione, alla pianificazione e all'investimento specialistico. Il gestore non è più un venditore ma un consulente esperto che con l'obiettivo di fornire maggiore consapevolezza finanziaria, consiglia il suo cliente a raggiungere i propri obiettivi finanziari nel rispetto delle sue conoscenze, della sua esperienza, dei propri obiettivi, bisogni e orizzonti temporali.