Manovra coperta a metà, arrivano nuove tasse. Urso: "Stop al caro benzina"

Solo 12 miliardi a disposizione su spese che potrebbero arrivare a 25-30. Ma il ministro delle Imprese promette: "Non sarà una manovrina"

di Redazione Economia
Adolfo Urso
Economia

Manca metà delle coperture alla manovra, accelerata su tasse alle multinazionali

Alla manovra mancano coperture. Lo sostiene Repubblica, che spiega come a disposizione ci sarebbero "appena 12 miliardi, dice il conteggio delle ultime ore, a fronte di impegni obbligati e promesse elettorali ridimensionate che in tutto costano 25-30 miliardi. È una legge di bilancio a metà quella che Giorgia Meloni si ritrova tra le mani quando manca poco più di un mese alla scadenza dell’approvazione in Consiglio dei ministri. Una mezza manovra e per lo più virtuale, perché agganciata a coperture instabili. Dei 12 miliardi in questione, solo 6 sono blindati: 4,5 dai margini del deficit e 1,5 perché arrivano dai risparmi della spesa per l’assegno unico per i figli". E sempre per Repubblica "gettito e applicazione incerti per l’aliquota al 15% alle multinazionali e per il prelievo sulle banche".

«Non sarà una manovrina. Già nel prossimo Consiglio dei ministri affronteremo l’emergenza carburante con due provvedimenti per sostenere famiglie e imprese. Altri andranno in finanziaria». Ad assicurarlo è il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in un'intervista a La Repubblica. "Sarà - sottolinea - una manovra importante, la seconda del governo Meloni, nella stessa direzione: lo sviluppo e il lavoro, con il taglio del cuneo fiscale, che intendiamo rendere strutturale, l’attenzione alla sanità e alle pensioni minime, il sostegno ai ceti meno abbienti e alle famiglie numerose, per rilanciare i consumi e sostenere la natalità. Vorrei anche realizzare alcuni aspetti importanti di politica industriale con tre collegati che riguardano i settori del futuro: l’economia dello spazio e del mare, ma anche la regolamentazione dell’intelligenza artificiale e delle nuove frontiere tecnologiche».

Intanto, dice Urso, «le misure per fronteggiare l’incremento del carburante dovuto alle mutate condizioni internazionali saranno predisposte in parte già nel prossimo Consiglio dei ministri, con due iniziative nei confronti dei ceti meno abbienti e del settore dell’autotrasporto merci, anche per evitare che si alimenti la spirale inflazionistica. Nella manovra faremo il resto». Per il funzionamento del bonus, «L’idea è quella di replicare il modello della social card con un bonus per le famiglie in una situazione economica più fragile».

Sul valore dei provvedimenti. «È in corso un confronto con il ministro Giorgetti, è presto per dare cifre. Si tratta di iniziative mirate, che rispondono a un preciso disegno sociale e di politica industriale. Non vogliamo misure tampone, ma di visione».

«Le prime stime indicano che il risparmio complessivo potrebbe essere di 4 miliardi di euro. I calcoli potremmo farli in maniera più compiuta solo quando il "carrello tricolore" sarà partito, l’uno ottobre. Ci fa ben sperare che abbiano aderito tutti i soggetti della produzione: dalle imprese alimentari alla grande distribuzione, artigiani, cooperative, insieme ai commercianti. Credo non si sia mai verificata questa coralità di intenti del sistema Italia. È un ottimo segnale per i consumatori che potrebbe contribuire a rilanciare i consumi e quindi produttività e investimenti delle imprese», dice ancora Urso a Repubblica.

Quanto ai fondi che potranno essere dirottati sull'industria, «utilizzeremo - spiega Urso - la quota del fondo automotive per il 2024 per svecchiare il parco auto più inquinante con nuovi incentivi e per far ripartire la produzione in Italia. La prossima settimana definiremo i piani con Stellantis, poi si aprirà un tavolo con tutti i soggetti, dalle associazioni delle imprese ai sindacati. Spero si possa anche affrontare il rilancio produttivo del settore degli elettrodomestici, ne abbiamo già parlato con il ministro Giorgetti. È un comparto importante del Made in Italy con un impatto energetico e ambientale. Dovremo poi mettere a terra le nuove risorse della revisione del Pnrr-RepowerEu: quasi 8 miliardi. Ne destineremo la metà al piano Transizione 5.0, oltre 2 miliardi alle imprese che producono impianti di energia rinnovabile e batterie elettriche, 1.5 miliardi alle imprese che installano impianti di energia rinnovabile per l’autoconsumo industriale e 320 milioni al rinnovo della Sabatini green. Speriamo che la Commissione approvi le nostre proposte».

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