Politica

Ascolto il leader o la capa del governo? Il dilemma del Giorgetti-Amleto

Di Giuseppe Vatinno

Il ministro dell'Economia deve rispondere contemporaneamente a Salvini e a Meloni finendo in uno stato amletico in cui cerca di mediare istanze opposte

Giorgetti sempre più Amleto tra Salvini e Meloni

Quando ci sono due partiti che insistono sostanzialmente sullo stesso elettorato si creano curiosi fenomeni di competizione interna che alterano la fisiologia politica naturale in funzione di obiettivi elettorali. Questo è il caso di Lega e Fratelli d’Italia che hanno in comune lo stesso elettorato se si eccettua il discorso dell’autonomia amministrativa che però è stata saggiamente declinata come “autonomia amministrativa differenziata” permettendo –per ora sul piano squisitamente etimologico- di salvare capra e cavoli.

Infatti se la Lega spinge per l’autonomia Fratelli d’Italia spinge per il presidenzialismo e un accordo si troverà certamente. Per capire bene le dinamiche in atto occorre però capire l’origine dei partiti in esame e specificatamente della componente moderata della Lega. In effetti la Lega ha un’origine molto più complessa di quella di FdI perché al suo interno ha suggestioni anche di sinistra (Salvini era il leader giovanile dei “comunisti padani”) e di centro - democristiano.

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Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, pur avendo iniziato a fare politica negli anni ’80 nel Fronte della Gioventù prima di entrare nella Lega, si è sempre più caratterizzato per un aspetto moderato vuoi per la sua laurea alla Bocconi vuoi per il suo aplomb istituzionale. Giorgetti è –oltre che un politico- un valente tecnico e percepisce anche gli aspetti che un politico a tutto tondo non vede.