Marina Berlusconi non vuole scendere in politica. Mentre Pier Silvio...
Dopo l'eredità economica di Silvio Berlusconi, c'è ora da capire che cosa fare con quella politica, ben più complessa da raccogliere
Il riassetto di Fininvest e le scelte di Marina e Pier Silvio
Mentre sembra ormai giunta a conclusione la vicenda che riguarda l’eredità economica di Silvio Berlusconi, rimane ancora da capire che cosa fare con quella – per certi versi ancora più pesante – politica dell’ex premier. Come riportato dal Corriere della Sera, l’intenzione di Marina Berlusconi è quella di concentrarsi sulla holding di famiglia, quella Fininvest che il Cavaliere ha voluto lasciare in mano a lei e al fratello Pier Silvio. Troppo delicati gli affari, troppo esperti i due figli di primo letto dell’ex premier per permettere “intromissioni” da parte degli altri tre rampolli, che sono stati sistemati a dovere e che potranno continuare le loro attività diverse, pur mantenendo partecipazioni robuste all’interno della holding di famiglia.
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Che cosa significa l’impegno maggiore della prima figlia di Silvio Berlusconi, prediletta e apprezzatissima dal Cavaliere che non le ha solo consegnato le chiavi del suo impero, ma l’ha anche eletta a sua consigliera e sua prima alleata, si vedrà nei prossimi giorni. Non è un caso che sia stata proprio la presidente di Mondadori, un mese dopo la morte del padre, a ricordare le vicende giudiziarie che l’hanno tormentato per tutta la vita. E tra i due figli di Carla Dall’Olio è sempre stata quella più pugnace, mentre a Pier Silvio toccava il ruolo di pacificatore.
Da qualche settimana si era sparsa la voce che potesse essere proprio Marina a raccogliere l’eredità politica del padre. Ma, a quanto risulta ad Affaritaliani.it, questa volontà è stata un’idea passeggera, durata l’arco di pochi giorni sull’onda dell’emozione in seguito alla morte di Silvio Berlusconi. Ma una volta placatesi le acque, Marina è tornata sui suoi passi e ha fatto capire al suo entourage che preferisce rimanere – almeno per ora – una donna di business e non entrare in politica. Anche perché in questo momento il governo, con la scelta di tassare gli extraprofitti delle banche, ha realizzato uno sgambetto non da poco.
Tant’è che riferiscono di una Marina Berlusconi furiosa e di un Antonio Tajani che ha cercato subito di arginare le richieste dell’esecutivo. In molti scommettono che il testo che approderà alle Camere sarà molto diverso da quello ipotizzato inizialmente e che i 3,5 miliardi auspicati diventeranno – se va bene – meno della metà. Per Mediolanum, secondo le ultime stime, si dovrebbe erodere una quota compresa tra il 45 e il 50% degli utili, che per il 2022 sono stati di circa 522 milioni. Se si riuscirà, tramite mosse politiche, a ridurre l’impatto della norma, sicuramente la Berlusconi tirerà un bel sospiro di sollievo. E la diplomazia è al lavoro per far capire non solo a Forza Italia, ma anche ad altre parti del governo, che è bene riscrivere quanto deciso in una notte da Giorgia Meloni, sempre più donna sola al comando.
Ma c’è qualcun altro che potrebbe esultare se Marina Berlusconi decidesse di non scendere in politica: è la stessa Giorgia Meloni, che si ritroverebbe al tempo stesso senza un alleato “bellicoso” in casa e senza un ulteriore partner di peso con cui dover concordare linee economiche e strategiche che si fanno sempre più complesse a mano a mano che calano i margini di manovra. Il deficit concordato per il 2024 è del 3,7%, quello di quest’anno potrebbe schizzare fino al 6% dicono alcuni analisti, ma è certo che risorse ce ne sono pochine e serve avere mano libera.
L’eredità politica di Berlusconi, allora, potrebbe essere raccolta da Pier Silvio. Il quale rimane il dominus di Mfe, che vuole rendere uno dei più importanti player continentali nel mercato televisivo, ma che al tempo stesso ha un’indole meno pugnace e più abituata alla mediazione. Ed è anche più “centrista” rispetto alla sorella. Una figura perfetta per la collocazione di Forza Italia nell’alveo del Partito Popolare, sulla falsariga di quanto annunciato anche da Antonio Tajani. Senza dimenticare, tra l’altro, che un’eventuale vicinanza con Matteo Renzi sarebbe più facile da digerire se orchestrata proprio da un personaggio come Pier Silvio. Suggestioni, per ora. Ma alcune indicazioni fanno capire che l’idea c’è. Al momento, di concreto c’è poco, se non qualche dichiarazione “rubata” a margine della presentazione dei palinsesti di Mediaset a luglio. Quel “per ora” come seguito al suo “no grazie” alla discesa in campo ha fatto sobbalzare i giornalisti. In realtà, in questo momento, sembra più plausibile un suo coinvolgimento come padre nobile di un ritrovato rapporto tra la politica e le aziende del Cavaliere. Poi, dopo le europee, tutto tornerà possibile: anche una discesa in campo di uno dei rampolli di Silvio Berlusconi.