Intesa Sanpaolo e COI, al via la quarta edizione dell’Inchiesta congiunturale

Trenti (Intesa Sanpaolo): "Per affrontare le sfide del futuro sarà importante continuare a investire con interventi volti a supportare la sostenibilità"

di Redazione Corporate
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Intesa Sanpaolo, presentata dal Club degli Orafi Italia a Vicenza la quarta edizione dell'inchiesta congiunturale 

In uno spazio ospitato da VicenzaOro, è stata presentata oggi la quarta edizione dell'inchiesta congiunturale realizzata dal Club degli Orafi Italia, in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Realizzata a giugno con l'obiettivo di raccogliere le attese sul 2023 a livello di fatturato e investimenti e di approfondire le sfide del comparto, l'indagine conferma risultati molto positivi per il settore dell'oreficeria: nei primi sei mesi dell’anno ha mostrato una crescita del fatturato (+10,2%), migliore del sistema moda e della media del manifatturiero italiano. Per quanto riguarda i mercati internazionali, invece, nei primi cinque mesi del 2023 le esportazioni di gioielli in oro hanno superato i 4 miliardi di euro, in crescita del 9% in valore e del 2% in quantità.

Le attese degli operatori in termini di fatturato per il 2023 si confermano positive con il 39% dei rispondenti che prevede un incremento del fatturato con una percentuale sostanzialmente allineata alla rilevazione di fine 2022 (44%), a dimostrazione di un mantenimento delle aspettative; la revisione più significativa ha riguardato il mercato interno da parte delle imprese di minori dimensioni (dal 36% che prevedevano una crescita nella rilevazione di dicembre la percentuale scende al 23%), mentre le attese sono state riviste al rialzo dalle imprese mediograndi in riferimento ai mercati esteri (da 61% a 67%).

A sostegno della competitività del settore, un rispondente su tre ha indicato un incremento negli investimenti rispetto all’anno precedente, con punte del 42% per le imprese più grandi; i fattori di spinta che maggiormente supporteranno queste evoluzioni riguardano gli stimoli del contesto competitivo (indicato dal 40% dei rispondenti), l’andamento della domanda (37% perla domanda estera e 34% per la domanda domestica) e l’acquisto di macchinari e tecnologie (31%); il campione risulta poco stimolato per le scelte di investimento dagli incentivi fiscali (17%).

I fattori di successo caratterizzanti il Made in Italy nel quale si riconoscono maggiormente le imprese prese in considerazione riguardano la qualità indicata da circa tre rispondenti su quattro (74%), l’artigianalità della produzione (66%) e la professionalità della manodopera (51%). Tra le principali criticità indicate dalle imprese, il reperimento della manodopera, percepito come ostacolo dal 75% delle imprese medio-grandi, l’andamento della domanda e l’aumento dei costi delle materie prime e semilavorati.

Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia, ha dichiarato: "L’edizione di giugno dell’indagine sul sentiment degli imprenditori del settore orafo conferma ancora una volta le previsioni positive, in particolar modo per le aziende medio-grandi e per il mercato estero. Nonostante l’incertezza, un’impresa su tre ha deciso di aumentare gli investimenti: le imprese di minori dimensioni mirano con questo a rispondere al contesto competitivo in continua evoluzione. Per le aziende medio-grandi, l’inclinazione agli investimenti è principalmente legata all’evoluzione dei mercati internazionali e all’aggiornamento tecnologico e dei macchinari".

"In considerazione del dinamismo del comparto italiano in questa particolare fase storica, con il questionario abbiamo voluto indagare le caratteristiche distintive del Made in Italy considerate più importanti dagli imprenditori, e il mix che ne emerge è di estremo interesse, come anche la lettura incrociata con l’elenco delle criticità segnalate", ha aggiunto Villa. "Questo doppio livello di lettura fa emergere con forza un tema cruciale: la sfida della mancanza di manodopera qualificata rappresenta una questione critica che impatta direttamente sul concetto stesso di Made in Italy. Si conferma essenziale affrontare questo problema in modo strategico e collaborativo, favorendo l’adeguata formazione e lo sviluppo delle competenze, al fine di preservare l’identità e il valore dell’eccellenza italiana nel panorama internazionale".

Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Dopo i brillanti risultati del 2022 con crescite del fatturato e delle esportazioni nell’ordine del 20% e pur in un contesto di rallentamento dell’economia, il settore orafo italiano continua a mostrare nel 2023 un andamento positivo con una crescita del fatturato nei primi sei mesi del 10%, meglio di quanto registrato dal sistema moda (+7,2%) e dal manifatturiero nel suo complesso (+3,0%); anche in termini di produzione il settore mostra una tenuta con un valore in linea al primo semestre 2022. L’elevata competitività sui mercati esteri si conferma l’elemento trainante del settore: nel periodo gennaio-maggio del 2023 le esportazioni di gioielli in oro hanno abbondantemente superato i 4 miliardi di euro, in crescita dell’8,6% in valore e del +1,6% in quantità".

"In questo particolare contesto competitivo, il posizionamento del settore, maggiormente orientato sul segmento dell’alta gamma, si è confermato un punto di forza in grado di cogliere la domanda di beni di lusso che risulta meno colpita dagli effetti delle tensioni inflattive con prospettive che restano positive. L’incertezza nello scenario rimane elevata, ma questo settore ha dato prova di una buona capacità di risposta alle tensioni esterne grazie a un tessuto produttivo che nel tempo ha saputo trasformarsi guadagnando competitività: per affrontare le sfide del prossimo futuro sarà importante continuare a investire con interventi volti a supportare la sostenibilità in tutte le sue declinazioni (economica, ambientale e sociale)”, ha concluso Trenti.

 

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