Sigarette elettroniche, pericolo serio: con le usa e getta salute a rischio

L'inchiesta di Altroconsumo fa luce sul mercato selvaggio delle sigarette elettroniche usa e getta: 15,9 mln dispositivi venduti tra gennaio e aprile in Italia

di Redazione Economia
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Sigarette elettroniche monouso: l’indagine sui modelli in commercio online

Le sigarette elettroniche monouso sono l’ultima “moda” arrivata sul mercato dopo l’esordio delle svapo, che hanno superato in termini di vendite. Solo tra gennaio e aprile 2023 infatti sono stati venduti sui canali online 15,9 milioni di dispositivi.

Questi nuovi dispositivi usa e getta funzionano finché non si esauriscono batteria e liquido e attraggono soprattutto un target giovane di utenza per via del design moderno, della varietà di gusti con cui il liquido viene aromatizzato e ovviamente, dal costo accessibile.

Altroconsumo ha presentato un’inchiesta in cui vengono analizzate le caratteristiche ma soprattutto i rischi e le irregolarità di molti prodotti disponibili in commercio e acquistabili online.

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Sigarette elettroniche usa e getta online: le irregolarità

L’analisi si è concentrata su 15 e-cig monouso acquistate online a maggio 2023 sui principali siti che compaiono nella prima pagina dei risultati dei motori di ricerca.

Questi modelli Sono di nove marche diverse, con e senza nicotina, di cui una commercializzata da un’azienda delle Big Tobacco (Vuse Go di British American Tobacco) e la revoltage in vendita su Amazon. Il costo delle varie tipologie è compreso tra 4,00 e 18,90 euro, a seconda della quantità di liquido contenuto all’interno che consentono dai 400 a 2000 tiri (puff). Ecco i dati emersi.

Dei 15 modelli, 14 sono prodotti in Cina da aziende produttrici o importatrici cinesi ma anche americane, francesi, tedesche, italiane, mentre il liquido da aspirare è composto da glicerina vegetale, il glicole propilenico, gli aromi ed eventualmente la nicotina.  

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Inoltre dai controlli svolti, solo cinque e-cig su 15 (Beco Mate, Vuse, Elf Bar, Lik Bar e Geek Bar) riportano il contrassegno dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) che legittima la circolazione delle sigarette elettroniche monouso (con nicotina e senza) in Italia.

Pertanto la vendita delle altre dieci e-cig senza contrassegno (Puff Bar, Revoltage, Salt Switch e X-Barnon dovrebbe essere distribuita nel nostro Paese. Dei cinque prodotti regolari su questo aspetto, solo quattro però rispettano la normativa in tema di etichettatura sulla salute. Il quinto invece – Geek Bar - ha il foglietto in francese e quindi non potrebbe essere commercializzato in Italia.

Le sigarette elettroniche aiutano a smettere di fumare?

Liberarsi del tabagismo è il messaggio più pubblicizzato dai canali marketing che vendono queste "alternative". Eppure, l’indagine di Altroconsumo esprime grosse perplessità su questo punto.

Il nodo centrale infatti è proprio il quantitativo di nicotina. Per prima cosa, a differenza delle e-cig ricaricabili, quelle monouso contengono una percentuale fissa (pari a 20mg/ml) che impedisce al consumatore di decidere quanta nicotina assumere e quindi di pianificare eventualmente un piano di disintossicazione dalla dipendenza dal fumo.

A ciò si aggiunge il fatto che tre dei prodotti tra quelli senza contrassegno dell’Agenzia dei Monopoli sono irregolari anche per il contenuto di nicotina e per le dimensioni del serbatoio, superiori a quanto previsto dalla normativa Italiana (Decreto Legislativo 6/2016).

Si tratta dei tre prodotti di Puff Bar, nella versione Mango, Flow e Plus Lychee Ice, dotati di serbatoi rispettivamente 100, 70 e 130 mg di nicotina, che corrispondono a una percentuale che supera il limite massimo consentito dalla legge del 2% per 40mg di nicotina.

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La domanda sorge spontanea: a quante sigarette corrisponde l’utilizzo di questi modelli elettronici monouso? A quanto riporta Altroconsumo, nell’ordine: a sei, cinque e nove pacchetti.

L’aggravante ulteriore infine è che per loro natura, le sigarette svapo, tradizionali o usa e getta che siano, non hanno un limite di tempo, frequenza o luogo di utilizzo, al contrario delle altre su cui vigono il divieto e alcune precise restrizioni. Questo legittima il consumatore a poter utilizzare il prodotto potenzialmente in modalità no stop.

In materia il governo italiano ha recentemente presentato un emendamento alla Legge delega di riforma fiscale che vorrebbe vietare la vendita online delle sigarette elettroniche. Il divieto porrebbe fine a una serie di problemi emersi anche dalla nostra inchiesta; ma sarà fondamentale, se dovesse passare, che venga anche applicato in maniera stringente, con tutte le barriere e i controlli necessari. Altrimenti si rischia di finire come con il divieto di vendita ai minori che online però può essere facilmente aggirato.

 

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