Biden, nel giardino di casa s'insinua Xi. L'Honduras tradisce Taiwan e Usa

Il paese dell'America centrale annuncia l'avvio di relazioni diplomatiche ufficiali con Pechino e chiude quelle con Taipei nonostante il pressing americano

di Lorenzo Lamperti
Esteri

Honduras, via alle relazioni ufficiali con Pechino: brutto colpo per Biden

Brutto colpo diplomatico per gli Stati Uniti. L'Honduras ha infatti annunciato che intende avviare relazioni diplomatiche ufficiali con la Repubblica Popolare Cinese, cioè Pechino. La naturale conseguenza sarà la rottura dei legami diplomatici con la Repubblica di Cina, cioè Taipei. Al di là degli equilibri tra le due sponde dello Stretto di Taiwan, si tratta di una notizia molto rilevante perché fa capire che l'ascendente degli Stati Uniti presso il cosiddetto "Sud globale" è in fase di declino. E, soprattutto, Washington mostra segni di cedimento nella sua influenza sull'America centrale.

Un segnale inquietante per Joe Biden, che insieme a Kamala Harris e al suo dipartimento di Stato guidato da Antony Blinken si era speso in prima persona per convincere l'Honduras a non fare il salto della staccionata che era stato in qualche modo paventato dalla presidente Xiomara Castro durante la sua campagna elettorale perima delle presidenziali del 2021. Le trattative con Pechino, però, non si sono mai interrotte e alla fine la leader del paese dell'America centrale ha annunciato che la decisione finale è stata presa.

In un tweet, Castro ha dichiarato di aver incaricato il ministro degli Esteri dell'Honduras di "gestire l'apertura delle relazioni ufficiali con la Repubblica Popolare Cinese". La presidente, socialista democratica, ha ottenuto una vittoria schiacciante nel 2021 dopo una campagna elettorale basata su un programma radicale per contrastare anni di governo afflitti da corruzione e scandali. Ha promesso di alleviare la povertà e liberalizzare le leggi sull'aborto.

La Cina sempre più leader commerciale e diplomatico nel "giardino di casa" degli Usa

Quando l'Honduras interromperà le relazioni con Taiwan, quest'ultima rimarrà in possesso di legami diplomatici formali con soli 13 paesi, per lo più piccole nazioni del Pacifico e dei Caraibi, più la Santa Sede. In seguito all'annuncio di Castro, il ministero degli Esteri di Taiwan ha dichiarato che Taipei rimane un partner saldo dell'Honduras e ha avvertito la nazione dell'America centrale di non "cadere nella trappola della Cina". 

Esulta invece Pechino: "Sulla base del principio 'una sola Cina', siamo disposti a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione con l'Honduras e altri Paesi del mondo", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. "Accogliamo con favore la relativa dichiarazione da parte dell'Honduras", ha aggiunto. 

D'altronde per Pechino si tratta di un segnale molto rilevante da lanciare a Washington, proprio alla vigilia dell'attesissimo viaggio della presidente Tsai Ing-wen in America centrale. Tsai sarà in Guatemala e Belize, altri due paesi coi quali Taipei mantiene relazioni ufficiali, ma sulla strada di andata e di ritorno farà un doppio scalo negli Stati Uniti tra New York e California, dove è in programma un incontro con lo speaker repubblicano Kevin MCCarthy.

Il colpo dell'Honduras mostra che la proiezione cinese in quello che dai tempi della "dottrina Monroe" viene considerato il giardino dic asa degli Stati Uniti è sempre più forte. Nell'autunno del 2021 anche il Nicaragua aveva preso la stessa decisione, infatti, e presto potrebbe farlo anche il Paraguay. Ad aprile sono in programma le elezioni presidenziali nel paese sudamericano e due dei candidati alla leadership hanno manifestato l'intenzione di avviare rapportu ufficiali con Pechino in caso di vittoria. Negli anni precedenti, la Cina aveva convinto a "tradire" gli Usa su Taiwan anche El Salvador e Panama. Non solo. Pechino ha rapporti molto profondi con tutti i paesi sudamericani, sia politici sia commerciali. Proprio di recente ha intensificato la sua presenza in Bolivia dove è molto attiva per l'estrazione di litio, fondamentale per lo sviluppo delle auto del futuro.

Se gli Stati Uniti stanno arruolando i paesi asiatici, a partire da Giappone e Corea del Sud, la Cina non resta a guardare e si proietta con sempre più decisione in America latina.

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