Francia, Zemmour condannato: una lezione per l’Italia
Condannato il leader della destra francese Zemmour per aver difeso Pétain, collaborazionista dei nazisti
Francia, la Cassazione condanna Zemmour pro-Pétain
Di recente, a Parigi, la Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione di Eric Zemmour dal reato di “crimini contro l’umanità”.
La Corte d’Appello di Parigi, nel maggio 2022, aveva assolto l’ex candidato, trombato all’Eliseo, sotto processo per aver contestato un crimine contro l'umanità. Nell'ottobre 2019, durante un programma su CNews , il saggista aveva sostenuto che “il maresciallo Philippe Pétain, collaborazionista dei nazisti, aveva, in realtà, salvato molti ebrei francesi”.
I giudici della Corte d'Appello avevano motivato l'assoluzione con il fatto che le dichiarazioni di Zemmour non intendevano “contestare o minimizzare il numero delle vittime della deportazione o la politica di sterminio nei campi di concentramento ”.
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Tuttavia, nella sua sentenza, la Cassazione ha sottolineato i dati storici: 24.000 ebrei francesi furono arrestati, deportati e sterminati dai nazisti, con la complicità del governo di Vichy. E gli alti magistrati hanno osservato che è “irrilevante ” che Philippe Pétain non sia stato condannato per un crimine contro l'umanità: l'articolo 24 bis della legge sulla libertà di stampa - che vieta la contestazione di crimini contro l'umanità e la loro diffusione - non impone che i reati in questione “siano stati commessi esclusivamente […] da una persona condannata per tali reati” .
Da Parigi arriva un monito anche agli italiani: nessun colpo di spugna della storia su chi, come Pétain, in Francia, e in Italia Almirante, che fondò il MSI, e i repubblichini di Salò, si posero al servizio dei nazisti nella feroce repressione di centinaia di migliaia di patrioti: un termine che Meloni dovrebbe estendere ai tanti, civili e militari, che sacrificarono la vita per combattere nazisti e fascisti, che lei, di recente, ha ricordato.
Una lezione giuridica, ma anche politica e storica, di cui dovrebbe tener conto Elly Schlein, che chiede, nel 2023, una nuova legge contro i fascisti, mettendo nel mirino Giorgia Meloni. Ma dimenticando che la Premier è nata 32 anni dopo la fucilazione di Mussolini e, da giovane dirigente di An, condivise la condanna, esternata da Fini, del fascismo come “male assoluto” e delle leggi razziali, durante la spietata dittatura di Mussolini.