Terremoto in Turchia, Montella: "Il mio hotel a fuoco. Così mi sono salvato"

L'allenatore dell'Adana racconta il dramma: "Eravamo in trasferta a Istanbul, mi sento un sopravvissuto. Molti miei giocatori non hanno più una casa"

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Terremoto in Turchia, il racconto choc di Montella: "Vivo per miracolo"

Il terremoto che ha distrutto il Sud della Turchia e il Nord della Siria facendo almeno 4.700 vittime (ma si temono fino a 20mila decessi), ha risparmiato l'allenatore italiano dell'Adana, Vincenzo Montella: "Le possibilità che non fossi ad Adana durante il terremoto - spiega l'ex tecnico del Milan al Corriere della Sera - erano veramente basse. Invece mi trovo qui a Istanbul. A un migliaio di chilometri dai palazzi crollati, dai morti e dalle macerie. Mi trovo qui, ancora incredulo, a pregare per le vittime. Sono vivo. Angosciato ma vivo". Vincenzo Montella è in Turchia da due anni, allena l’Adana Demirspor, squadra di calcio che milita nella Super Lig. Domenica pomeriggio sono partiti da Adana per la sfida contro l’Umraniyespor, gara ovviamente rinviata come tutte le manifestazioni sportive. Il risveglio in piena notte nell’hotel di Istanbul è stato da incubo.

"I miei calciatori - prosegue Montella al Corriere - sono stati svegliati dai familiari che erano in strada. Pioveva forte ad Adana e davanti ai loro occhi si stava prefigurando uno scenario apocalittico dalle proporzioni ancora indefinite. L’epicentro del terremoto è distante duecento chilometri ma le scosse erano continue e le case tremavano. Resto a Istanbul. L’albergo dove risiedo è stato evacuato: è andato a fuoco. Mi sento un sopravvissuto. Preghiamo, preghiamo tutti. Il club ha messo a disposizione delle loro famiglie degli alloggi ad Antalya, i giocatori sono ripartiti da qui con un volo speciale. Molti non hanno più neanche la casa".

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