Premio Biagio Agnes, dieci anni fa il trionfo di Affaritaliani.it
Il Premio giunge alla sua 15esima edizione. Dieci anni fa, invece, la vittoria di Affaritaliani.it nella sezione "Nuove frontiere del giornalismo"
Premio Biagio Agnes, dieci anni fa la vittoria di Affaritaliani.it
Intanto diciamo subito che Affari - giusto dieci anni fa - vinse il Premio Biagio Agnes nella sezione “Nuove frontiere del giornalismo” che fu ritirato personalmente dal direttore Angelo Maria Perrino nella suggestiva cornice di Capri. Qui un ricordo dell’evento.
Il Premio Agnes è un evento in genere sincronico con il solstizio d’Estate, che avviene proprio oggi, e segna quindi per il giornalismo un po’ l’inizio della stagione estiva, in attesa che “il nuovo anno televisivo” abbia inizio a settembre. Per il 2023 sono stati assegnati – come ogni anno - i riconoscimenti per il giornalismo di qualità.
Gianni Letta, presidente della giuria - composta fra gli altri da Giulio Anselmi, Alberto Barachini, Stefano Folli, Luciano Fontana, Paolo Liguori, Giuseppe Marra, Massimo Martinelli, Agnese Pini, Antonio Polito, Roberto Sergio, monsignor Dario Edoardo Viganò - ha comunicato i nomi dei vincitori durante la conferenza di presentazione nella sede Rai di viale Mazzini della cerimonia che si svolgerà a Roma, venerdì 23 giugno, in piazza del Campidoglio, per essere poi trasmessa il 4 luglio dalla Rai.
A ritirare il premio per le istituzioni europee sarà Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo. Per la categoria dei reporter di guerra, il premio Agnes va a Stefania Battistini del Tg1 e a Lorenzo Cremonesi del Corriere della sera, entrambi impegnati sul fronte della guerra in Ucraina.
A Francesca Paci, cronista della Stampa, va il premio per la carta stampata per i suoi racconti della lotta per la libertà che vede protagoniste le donne iraniane. Il premio per la televisione va a Fiorello per il suo programma cult 'Viva Rai2!', mentre per le fiction è premiata la serie di Rai1 'Il nostro generale', con Sergio Castellitto nei panni di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Alla serie 'Mare fuori' sarà consegnato il riconoscimento 'generazione streaming'.
Il regista Pupi Avati riceverà il premio per il cinema legato al film 'Dante'; per la saggistica, il riconoscimento va a Sabino Cassese per l'opera 'Amministrare la nazione: la crisi della burocrazia e i suoi rimedi'; per la divulgazione scientifica la premiata è Margherita De Bac del Corriere della sera. Infine, per 'generazione podcast' premio a Cecilia Sala del Foglio; per la Radio al format 'Voci in Barcaccia: largo ai giovani!' condotto su Rai Radio3 da Enrico Stinchelli e Michele Suozzo: il 'generazione digitale' a Silvia Boccardi di 'Will Media'.
Il “Premio Biagio Agnes” - Premio Internazionale di Giornalismo e Informazione - rappresenta un tradizionale appuntamento che lega il prestigio di celebri nomi del mondo dell’informazione e della comunicazione a un evento che vuole valorizzare e premiare la professione giornalistica in ogni suo aspetto.
La Fondazione Biagio Agnes, che promuove il premio, nasce a Roma il 10 ottobre 2011 con l’obiettivo di dare continuità ai valori che hanno ispirato la vita e il pensiero di Biagio Agnes, traducendoli in un impegno concreto attraverso la promozione di iniziative culturali finalizzate a ricordarne il profilo umano e professionale.
Biagio Agnes è ricordato come un innovativo Direttore generale della Rai, fratello di Mario Agnes, presidente nazionale dell’Azione Cattolica e direttore de l’Osservatore Romano. Biagio Agnes negli anni ’60 lanciò il Tg delle 13.30 con i giornalisti inquadrati in video. Si occupò molto della Terza Rete e di informazione regionale, divenendone il primo direttore.
È ricordato anche per aver creato il Centro di Produzione di Saxa Rubra a lui intitolato. Fu anche direttore della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno. Il motore dell’organizzazione, con il ruolo di presidente della Fondazione Biagio Agnes, è Simona Agnes che è la figlia.
Simona Agnes fa parte del Consiglio di Amministrazione della Rai dal luglio 2011, eletta dalla Camera dei Deputati. La sua attività per divulgare la figura del padre è continua ed instancabile e permette di ricostruire, anche dal punto di vista storiografico, un periodo cruciale per lo sviluppo della televisione in Italia e cioè proprio quando scesero in campo le Tv private guidate da Silvio Berlusconi e da Mediaset.