Bolognini: "Il Comitato Nord? Remavano contro da mesi. E Moratti..."
L'assessore di Regione Lombardia Stefano Bolognini intervistato da Affaritaliani.it Milano: "Da una parte mi dispiace, ma da mesi remavano contro"
Bolognini: "Il Comitato Nord? Remavano contro da mesi. E Moratti..."
"Strade, infrastrutture, edilizia sanitaria, dote scuola, interventi per i giovani e per il terzo settore: in Lombardia è stato fatto un lavoro straordinario". Stefano Bolognini, assessore di Regione Lombardia a Giovani, Comunicazione e Sviluppo Città metropolitana, scommette sul bis di Attilio Fontana. Nella Lega dal 1994, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano commenta anche l'espulsione dei quattro consiglieri che hanno aderito a un nuovo gruppo al Pirellone vicino al Comitato Nord di Umberto Bossi: "Da una parte mi dispiace, dall'altra prendo atto che da mesi queste persone remavano contro". E punge l'ex vicepresidente Letizia Moratti, oggi candidata con il sostegno del Terzo Polo: "Mi permetto dire che la svolta sui vaccini l'ha data Guido Bertolaso, e non certamente lei".
Bolognini, il consiglio per la campagna elettorale di Fontana?
Il presidente deve comportarsi in modo normale, traguardando quello che ha fatto in questi cinque anni e quello che farà. La Lombardia ha già dato grandi segnali di ripresa, ora si tratta di continuare per questi due mesi e poi per il prossimo mandato.
La differenza fra Fontana e lo sfidante del Pd, Pierfrancesco Majorino?
Majorino continua insultare, Fontana ogni giorno presenta decine di risultati ottenuti in questi anni. Mi sembra un approccio e un modo di fare completamente diverso. Majorino attacca soltanto, probabilmente è nervoso.
Come ha reagito la giunta dopo le dimissioni di Moratti?
Continuando a lavorare come se niente fosse, segnale anche della consapevolezza di un lavoro di squadra che non risente della sua assenza. Da gennaio 2021 a settembre 2022 Moratti ha votato e condiviso tutte le delibere, sempre passate all'unanimità. Noi continuiamo a ritenere che questi provvedimenti siano stati importanti per il territorio. Lei di punto in bianco ha deciso di criticarli tutti, compresi la sanità. Penso debba farsi un esame di coscienza.
C'è qualcosa che non la convince della sua riforma sanitaria?
Il tema vero è che mancano i medici e gli infermieri, e più in generale anche il personale del pubblico impiego, come insegnanti e assistenti sociali. Serve una rivoluzione culturale che porti soprattutto i giovani a guardare nuovamente con interesse a queste professioni. Ma la nostra sanità, pubblica e privata, è comunque di eccellenza, con risposte che non ci sono in nessun'altra area del Paese. In alcune zone, è evidente, questa carenza di medici, compresi quelli ospedalieri, inizia a farsi sentire.
Si aspetta che in Lombardia la Lega riesca a recuperare qualche punto rispetto alle politiche?
Il radicamento territoriale è nel nostro Dna. E la storia e l'esperienza degli uomini e delle donne della Lega sono un valore aggiunto, specie in queste elezioni dove siamo rappresentati da sindaci, assessori e consiglieri apprezzati. Penso poi all'azione straordinaria dei nostri ministri, tutti lombardi, che sono partiti a mille. I sondaggi segnano una ripresa costante per la Lega, sono convinto che il loro lavoro contribuirà a dare ulteriore fiato e consenso. È la risposta a chi dice che la Lega ha abbandonato il Nord?Si parla molto del Ponte sullo stretto ma nessuno enfatizza lo straordinario impulso che Salvini sta dando alle opere del Nord, dall'alta velocità alla Gronda di Genova, fino alla Pedemontana, ai collegamenti per Malpensa e Orio e alla viabilità per la Valtellina. C'è già quasi un federalismo delle infrastrutture: non c'è una Regione che a breve non beneficerà di interventi che permettano poi all'economia di crescere. Giusta l'espulsione per i quattro consiglieri?Se esci da un gruppo per formarne un altro è chiaro che l'espulsione è inevitabile. Negli ultimi mesi tendevo a considerare anche positiva la riflessione interna, ma se vai via è evidente che metti la Lega nelle condizioni di prenderne atto. Salvini ha dimostrato ogni giorno la volontà naturale e lo stimolo verso Bossi, queste persone hanno fatto una scelta diversa.
Quasi 30 anni nella Lega. Un aneddoto da campagna elettorale?
Era il 1996, facevo ancora l'università e Salvini venne a prendermi in macchina, mi ero cambiato nei bagni. Andammo in giro di giorno ad attaccare manifesti. Uscendo dall'università mi ricordo due compagne un po' snob che mi videro sporco, con la colla, il secchio e la scopa e si girarono dall'altra parte. Ma probabilmente senza quei manifesti e quelle pazzie, fatte con Matteo e tanti altri, la Lega non sarebbe diventata forza di governo nel Paese.