Bancarotta fraudolenta, condannato a 3 anni il senatore di Fi Mario Occhiuto

La sentenza di primo grado ha riconosciuto colpevole il fratello del governatore della Calabria di aver usato la società "Ofin srl" come un bancomat

di redazione politica
Mario Occhiuto
Politica

Mario Occhiuto, condannato per bancarotta fraudolenta l'ex sindaco di Cosenza e senatore di FI

Ieri sera il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto è stato condannato in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per la bancarotta fraudolenta della società “Ofin Srl” dal Tribunale di Cosenza. Dopo una lunga camera di consiglio, i giudici hanno accolto l’impianto accusatorio della Procura guidata da Mario Spagnuolo. Al termine del dibattimento, i pubblici ministeri avevano chiesto quattro anni di reclusione per l’ex sindaco di Cosenza, fratello del governatore della Calabria Roberto Occhiuto. Il processo è nato da un’inchiesta della Guardia di finanza che, nel 2019, aveva notificato l’avviso di conclusione indagini a Mario Occhiuto con l’accusa di aver utilizzato la Ofin, fallita nel 2014, come una sorta di bancomat. Il curatore fallimentare della società, infatti, aveva sostenuto “di essere riuscito a stabilire che le cause del fallimento sono dovute alla mancata restituzione dei finanziamenti erogati ai soci ee alle società partecipate”.

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Stando agli accertamenti degli investigatori, Occhiuto ha prelevato a più riprese dalle casse della società oltre tre milioni e mezzo di euro restituendone solo 500mila. Finanziamenti, – scrive la Guardia di finanza – ottenuti “senza motivata contropartita e, soprattutto, senza le adeguate garanzie che normalmente richiederebbe un intermediario finanziario”. Ma soprattutto – si legge in un’informativa – si è trattato di prelievi che “vanno considerati veri e propri atti distrattivi che avrebbero potuto e dovuto essere destinati al soddisfacimento dei creditori, in primis l’Erario”. Tra sanzioni, interessi e aggi di riscossione, infatti, dalla verifica delle scritture contabili della Ofin, il curatore aveva “evidenziato che i debiti via via maturati nei confronti dell’Erario (oltre tre milioni di euro, ndr) sono superiori a quelli riportati nel bilancio”. 

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