Berlusconi, Ezio Mauro e Repubblica chiedano scusa

“Silvio è immortale”, non si è avverata la profezia di Scapagnini. Ma il fenomeno Berlusconi è nella storia d’Italia

Di Pietro Mancini
Eugenio Scalfari
Politica

Morto Berlusconi, è ora delle scuse da chi lo ha aggredito per trent'anni

Secondo Maurizio Molinari, direttore de “La Repubblica”, Silvio Berlusconi ha “portato l'idea di contrapposizione brutale tra le opposte posizioni politiche, la delegittimazione dell'avversario e anche un'idea di aggressione delle istituzioni della democrazia”.

Scusi, Molinari, lei e il suo predecessore, Ezio Mauro, a proposito di delegittimazione dell’avversario, ritenete di dover fare, oppure no, un’autocritica, almeno parziale, sull’aggressione del vostro quotidiano - fondato dal nemico numero 2 di Berlusconi, Eugenio Scalfari (il numero 1 è stato l’editore Carlo De Benedetti) - che “mascariò”, ossessivamente, il Cavaliere, allora premier, stampando, ogni giorno, 10 domande, tra le quali: “Ha frequentato minorenni?”, “si è intrattenuto con prostitute?” “può essere ricattabile?”, “ha dato candidature a belle ragazze, che la chiamano ‘papi’?”.

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A differenza di tanti, che ieri non hanno nascosto la loro soddisfazione per il decesso del Presidente di Forza Italia, non ha potuto esultare Eugenio Scalfari, che aveva prenotato una poltronissima di prima fila per il giorno dell’auspicato addio dell’odiato “Caimano”. Il grande e ricco giornalista calabrese è, infatti, scomparso il 14 luglio scorso, a 98 anni.

Sulle colonne de “La Repubblica”, egli riversò sul premier milanese lo stesso odio, che dimostrò nei confronti di Craxi, ma solo negli ultimi anni della lunga egemonia di Bettino.

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Giulianone Ferrara, invece, dopo aver militato nel Pci di Togliatti e Berlinguer e poi nel Psi craxiano, fu, oltre che amico, apprezzato ministro del primo governo del Cavaliere, da cui si allontanò, dopo 20 anni di amorevole fronda, o di amore frondista, tra Giuliano e Silvio, la cui prima moglie, Veronica Lario, deteneva il 38 per cento delle azioni de “Il Foglio”.

E, sul suo quotidiano, il figlio della fedele segretaria di Togliatti, Marcella Ferrara, vergò, 7 anni fa, le sue impressioni, ancora oggi interessanti, sul declino politico del Dottore di Arcore: “Più il tempo passa e più diventa difficile immaginare un suo ritorno. Anche se, da lui, ci si può aspettare qualunque cosa. Uno che sopravvive ai sorrisi di Sarkozy e della Merkel, uno che sopravvive alla campagna isterica nel nome del comune senso del pudore, e della più carognesca indagine mai concepita contro un uomo politico, pedinato, origliato, condannato… Uno che sopravvive a Valter Lavitola, detto con simpatia ‘verso Lavitola’, che è sempre meglio dei suoi inquisitori giornalistici… Uno che sopravvive a queste cose, ha l’immortalità assicurata”.

La pensava così anche Umberto Scapagnini, medico e deputato forzista, scomparso dieci anni prima del suo leader. Ma, purtroppo per i tanti amici di Silvio, in primis Gianni Letta e Fedele Confalonieri, e sostenitori di B., la profezia dell’ex Sindaco di Catania non si è avverata. E ora la parola passa agli storici, si spera equilibrati e lucidi come il prof. Giovanni Orsina, che ha inserito il fenomeno Berlusconi nella storia d’Italia.

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