Bianchi ha votato Gualtieri, anzi no. Lazio, il solito pasticcio 5 Stelle

La tragicommedia pentastellata

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Donatella Bianchi ha votato Gualtieri invece di Virginia Raggi alle ultime elezioni, ma anzi no

Ieri Donatella Bianchi, candidata del Movimento Cinque Stelle alla Presidenza della Regione Lazio, stava a “Un giorno da pecora” in onda su Radio Rai1. E tra una domanda e l’altra le hanno chiesto per chi avesse votato in passato. La risposta è stata di tipo nautico: “Alle ultime elezioni non ho votato, ero in mezzo al mare”.

Risposta marina dicevamo, ma già un po’ incauta per gli scaltri elettori che vi percepiscono la possibile presenza di qualche Yacht grillino o affini. Ma poi la candidata continua dicendo che in passato ha votato a sinistra senza specificare esattamente per chi. Infine la bomba e cioè che alle ultime comunali lei ha scelto Roberto Gualtieri perché il suo programma era il “più convincente”.

Gelo in studio che si somma al gelo meteorologico di questi giorni. La redazione si insospettisce e controlla. Non ci vuole molto a confermare il ghiotto sospetto, la Bianchi ha votato Gualtieri ma era presente anche la sindaca uscente Virginia Raggi che arrivò – come noto - all’ultimo posto e non entrò neppure al ballottaggio, severamente punita dai romani.

In studio le si fa notare la stranezza, visto che lei ora è candidata proprio per i Cinque Stelle: "Ah sì c’era la Raggi, non l’ho votata perché non vengo dalla politica ma da un altro tipo di approccio alla vita, il sindaco Gualtieri aveva un programma che mi convinceva rispetto ad una visione della gestione della città e dei rifiuti". Ma come? Giuseppe Conte ti schiera sulla tolda di comando della nave elettorale e tu te ne esci che hai votato il principale contendente alle prossime elezioni regionali e cioè il Partito democratico?

E poi lo ha votato per il suo programma sui rifiuti, cioè per il termovalorizzatore che la stessa Bianchi attacca giorno e notte? Ma dov’è la coerenza? Termovalorizzatore, tra l’altro, che fece cadere il governo Draghi. La Bianchi sta clamorosamente confermando quindi quello che l’opinione pubblica pensa e ha dimostrato col voto: la politica amministrativa di Virginia Raggi è stata fallimentare e lo è stata particolarmente proprio nella gestione dei rifiuti.

E qui dobbiamo fare un passo indietro e cioè alla ritrosia che la Bianchi ha (giustamente) manifestato ad incontrare la Raggi in campagna elettorale. Ne abbiamo parlato qui:

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Poi la Bianchi subito dopo, accortasi del disastro (a meno che non sia tutto programmato), ha cercato di rimediare con la classica toppa molto peggio del buco: "Guardi, chiariamo per evitare fraintendimenti…Non ho potuto votare alle ultime politiche perché ero in mare per lavoro (sic!). Stesso discorso per il primo turno delle comunali a Roma, lo scorso ottobre. Mentre invece al ballottaggio, come ho detto anche poc'anzi, ho votato Gualtieri.

Il problema è che lui poi si è rimangiato il programma che aveva presentato, ma sicuramente sembrava una scelta migliore rispetto a Michetti. Quindi, evitiamo strumentalizzazioni". A parte la stranezza dell’ “essere in mare per lavoro” che in qualcuno può evocare il mestiere di bagnino o del pescatore la frittata ormai era fatta e ribadita per sovraprezzo.

Ed in effetti tra le due -a parte un incontro di presentazione ufficiale avvenuto il 16 gennaio presso la sede di via Campo Marzio- non c’è stato mai alcun contatto né tantomeno dichiarazioni ufficiali di sostegno reciproco, insomma il gelo.

Considerando che proprio in campo ambientale l’operato della Raggi è stato particolarmente scarso con la differenziata al palo, si può capire il tentativo della Bianchi di far finta di non conoscerla, ma arrivare a dire che ha votato Gualtieri, cioè il principale antagonista proprio della Raggi qualche effetto lo fa. Forse sarà per questo che chi avesse avuto la ventura ieri di passare sul raccordo anulare in prossimità dell’ex borgata Ottavia –dove abita l’ex sindaca- abbia visto lampi e saette scagliarsi verso il cielo inquieto di Roma.

Tutto questo teatrino, per i cittadini romani e laziali, sa molto del “già visto” e rimanda ad un periodo particolarmente buio e confuso della gestione amministrativa passata che vogliono prontamente archiviare.

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