I 5 Stelle perdono voti verso il Pd. Puntare su Schlein, errore di Conte

Pentastellati vittime della neo-segretaria Dem

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Assorbimento dei Cinque Stelle nel corpaccione mollo del Nazareno


Elly Schlein ha galvanizzato la sinistra e indubbiamente si tratta perlomeno di una grossa novità nell’ambito di un ambiente abbastanza asfittico come è quello del Nazareno dove camminando per gli eleganti corridoi marmati dei padri Scolopi ti aspetti sempre di vederti cadere addosso una mummia di qualche dinosauro di epoca sovietica. La Schlein ha rivitalizzato l’ambiente e forse fin troppo e troppo velocemente non rispettando i naturali tempi di reazione sedimentati negli eoni politici di un partito erede del PCI e di una parte della DC.

In ogni caso nella sua elezione c’è una vittima, una bella volpe dal pelo lustrato e lucente che sta per finire acconciata. Si tratta del capo del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. Intendiamoci, il Movimento non ha più niente a che fare con quello originale. Si tratta di tutt’altro, di una sorta di ibrido che non ha alcun programma e offerta politica se non quella di garantire a Conte un minimo di potere e soprattutto una bella poltrona a lui e magari a qualche amico, come l’ex portavoce e Grande Fratello Rocco Casalino.

Il leader del M5S è scaltro, ma questa volta si trova uno ostacolo gigante sul suo cammino. Non è più un inciampo tattico ma è strategico. Non si tratta più di Di Maio, Salvini, Grillo, Renzi e Draghi che ha fatto incredibilmente fuori ma si tratta di qualcosa di molto più pericoloso perché la Schlein con la sua carica anarchica rappresenta proprio i valori originali dei Cinque Stelle, quelli di Roberto Casaleggio per intenderci.

Conte invece si stava preparando a completare la transizione del Movimento in un “piccolo Pd” che però sarebbe stato una specie di buco nero posto nelle vicinanze di un Partito democratico a guida Bonaccini. Il Pd aveva assoluto bisogno di un rinnovamento e lo ha trovato. Per Conte invece sarebbe stato molto meglio che avesse vinto il governatore dell’Emilia-Romagna perché così avrebbe potuto esercitare la sua fascinazione sulla componente irrequieta e movimentista dei democratici.

E se quindi le truppe cammellate che hanno fatto vincere la Schlein nelle primarie “allargate” sono veramente dei Cinque Stelle, come pare, si tratta di un vero e proprio karakiri politico per l’avvocato pugliese. Ora Conte è costretto a fare nuovamente marcia indietro perché il Pd esiste già e non avrebbe senso scimmiottarne uno alternativo con base a Genova.

Deve quindi ritrovare la radicalità dei valori originari, operazione molto difficile per un moderato come è Conte che però – all’uopo - si sa adattare ad ogni evenienza. Del resto Grillo ormai è tornato a fare il comico a tempo pieno, sebbene il suo spettacolo dal titolo perfettamente azzeccato “io sono il peggiore” non stia andando molto bene al botteghino e comunque non riesce più ad infiammare il suo pubblico come una volta.

L’elezione della Schlein, paradossalmente, potrebbe avere proprio l’effetto opposto a quello che pensava Conte e cioè potrebbe portare all’assorbimento dei Cinque Stelle nel corpaccione mollo del Nazareno, abituato nei secoli a inghiottire tutto.

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