Governo Meloni, "Urso il più pregevole. Male...". Promossi e bocciati

Governo Meloni, su Affaritaliani.it l'analisi di Domenico De Masi

Di Alberto Maggi

ADOLFO URSO FDI
Politica

affaritaliani.it ripropone un'intervista subito dopo la nascita del governo Meloni in cui il professore De Masi dava le pagelle ai ministri scelti dalla premier

Governo Meloni, De Masi: "Bene Giorgetti e Tajani, male Bernini e Crosetto"

"E' una squadra di destra, ovviamente. Diversa, molto diversa, da quella che sarebbe stata la squadra di un governo di sinistra. Avevano detto alla vigilia che sarebbe stato un governo di altissima qualità, francamente devo dire che ci sono nomi nuovi, che andranno sperimentati, ma la qualità complessiva della compagine è più o meno la stessa dei governi precedenti".

Domenico De Masi, professore di sociologia del lavoro all'università La Sapienza di Roma commenta con Affaritaliani.it la lista dei ministri del nuovo governo letta nel tardo pomeriggio dalla nuova presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

"Per deformazione professionale, insegnando in università, sono turbato da Bernini ministro dell'università. L'Italia è piena di ottimi esperti sia dal punto di vista pedagogico per gli adulti e per i giovani sia da quello dell'organizzazione del sistema universitario. Ma per l'ennesima volta tutto ciò è stato trascurato mettendo alla guida di quel dicastero una persona senza competenze in materie".

Tra i promossi, secondo De Masi, ci sono "sicuramente Nordio alla Giustizia ma anche il nuovo ministro degli Esteri, Tajani, che una lunga e importante esperienza in Europa. Mi turba invece il fatto che il presidente dei produttori di armi vada proprio al ministero della Difesa (Crosetto, ndr). Mi sembra un aspetto di interessi distonici tra loro".

"Giorgetti all'Economia è sicuramente la persone con la maggiore esperienza nel panorama politico di destra, avendo anche ricoperto ministeri con competenze simili. E' la persona più adatta tra gli esponenti di destra". Restando in casa Lega, "per Salvini le Infrastrutture sono certamente un ripiego, lui avrebbe voluto molto di più, ma considerando l'equilibrio nella maggioranza si è dovuto accontentare. Anche se a dire il vero si tratta di un dicastero dove passano un sacco di soldi del Pnrr", osserva De Masi.

All'Interno Piantedosi, prefetto di Roma, "giudizio sospeso, lo vedremo all'opera. Certamente sono felice che al Viminale non sia andato Salvini che ha dimostrato di avere un'impronta che a mio giudizio non è quella che serve per il bene del Paese". Su Fitto agli Affari europei "poche sorprese, uomo di Meloni al Parlamento europeo fino a poco tempo fa. Molto bene invece Urso allo Sviluppo economico, casella che non va affatto sottovalutata. Credo che sia il ministro più pregevole dell'intera compagine governativa".

Tra i partiti, infine, "è ovvio che a vincere è soprattutto Fratelli d'Italia, e non poteva andare diversamente visto l'esito delle elezioni. Berlusconi, che in questi giorni è stato costretto a inventarsi le messe in scena plateali che abbiamo visto per ritagliarsi un minimo di ruolo, che altrimenti non avrebbe più, è certamente quello che esce maggiormente ammaccato", conclude De Masi.

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