Pd, dentro la crisi: 3 correnti e 5 sottogruppi. Così si è autosbriciolato
In 15 anni nel Partito Democratico ci sono stati 8 segretari e nessuno di questi ha mai concluso il mandato. Il gioco al massacro di perde e non vuole mollare
Pd, chi perde fa nascere una nuova corrente. Funziona così da 15 anni
Mentre il governo Meloni è alle prese con il caro bollette, la guerra e la riforma della Giustizia, nel Pd non si parla altro che di primarie e di chi sarà il prossimo segretario. Il dibattito surreale è la conseguenza di una guerra interna che dura da tempo. I dem - si legge sul Dataroom di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera - sono riusciti a sbriciolarsi da soli. In 15 anni, dal 2007 a oggi, i segretari sono otto: Walter Veltroni, Dario Franceschini, Pier Luigi Bersani, Guglielmo Epifani, Matteo Renzi, Maurizio Martina, Nicola Zingaretti ed Enrico Letta. Il più longevo, e al tempo stesso il più divisivo, è Renzi, l’unico a vincere due volte la sfida per la segreteria: oggi è leader di un altro partito. Nessuno ha mai concluso il mandato di quattro anni previsto dallo Statuto. I motivi delle dimissioni: sconfitta elettorale o spaccature nel partito diviso in correnti. Il Partito democratico riunisce già dalla sua origine due fazioni: una più di sinistra e laica e un’altra più centrista e cattolica. Succede che quando una delle due diventa minoranza, a seguito della sconfitta alle primarie o alla perdita della leadership, si arma dando vita a una nuova corrente.
Nel corso del tempo - prosegue il Corriere - le divisioni ne generano di nuove, che vanno oltre le differenti sensibilità politiche e sconfinano in lotte di potere o nel mantenimento di interessi personali. Per questo i dem si sono autodistrutti in tutti questi anni, adesso l'ennesimo capitolo di un film già visto e la sfida a quattro: Bonaccini, Schlein, De Micheli, Cuperlo per conquistare la poltrona di Letta. Le primarie si compongono di due fasi. La prima è riservata agli iscritti che votano dal 3 al 12 febbraio nei circoli, e da dove usciranno i due candidati con più voti. La seconda sarà il 26 febbraio con il voto aperto a tutti i cittadini. Per la prima volta potranno votare online gli italiani residenti all’estero, i fuori sede, i malati e i disabili. Da sempre chi vince la prima tornata vince anche la seconda.