'Lasciare i fiori al vento' la silloge introspettiva di Irene Ricci
Il libro d'esordio narrativo di Irene Ricci presentato al Salone del Libro di Torino 2023 dalla Casa Editrice KimeriK
Far presa su due ali leggere come il vento e i fiori per testimoniare con delicatezza ed incisiva efficacia quel senso di libertà spirituale, a volte smarrita, spesso auspicata e non sempre con perseveranza afferrata, dando senso a quel cambiamento - prima interiore e poi pratico - alla base di ogni svolta esistenziale.
“Lasciare i fiori al vento” è la silloge introspettiva di Irene Ricci - Casa Editrice Kimerik, che nella sua professione di psicoterapeuta ha deciso di condividere il mosaico di esperienze vissute con i suoi pazienti, per perseguire insieme a tali originali ‘testimonial’ una sorta di terapia di gruppo, attraverso la lettura e una certa familiarizzazione con l’espressione poetica.
Si tratta del suo libro d’esordio, ma è chiara la predisposizione alla narrazione frutto dell’abitudine coltivata dell’ascolto e del dialogo più intimo, che si esalta nell’intuizione favorita dall’esperienza formativa e affinata nella quotidianità degli incontri professionali.
“Questo libro - ha scritto Silvia Godelli nella prefazione - è uno specchio frantumato in un gioco che è quello della vita, riflette le tante storie delle donne e degli uomini che l’autrice ha incontrato, nel suo lavoro di psicoterapeuta, ma anche semplicemente nella memoria delle emozioni: quale mappa della vita psichica, che segna in ciascuno la storia personale”.
La lettura piacevole di queste pagine è favorita da quella combinazione di due leggerezze, che dà vita a un caleidoscopio emotivo stimolato da stati d’animo di varia natura, vissuti con approcci controversi, narrato e condiviso in quei “vis a vis” analitici di un’autrice attenta ai sentimenti.
“Seduta su una panchina sul lungomare al tramonto - scrive Irene Ricci - osservo il mare calmo di maggio che aspetta un altro sole salutare le sue acque trasparenti e ormai tiepide. E mi perdo nella scoperta di ciò che in quell’istante mi appassionava, mi travolgeva, mi entusiasmava: vi trovai un mondo di colori, di paesaggi, di parole, di storie e di emozioni che nemmeno io sapevo di avere dentroe di essere capace di tirare fuori perché prendessero vita”.
Un vero e proprio scrigno prezioso e delicato di sentimenti meridiani, ammirati e declinati con cura, attraverso la lente suggestiva della dolcezza.
(gelormini@gmail.com)