Vigili del fuoco alla fame: 430€ in busta paga: "Basta con i selfie gratis"

Vigili del fuoco, in un solo mese le trattenute fiscali si mangiano lo stipendio. L'Usb all'attacco: Da oggi chi vuole le foto con gli eroi dovrà pagare

Roma

Stipendio di febbraio 2023: netto a pagare 430 euro. E' la busta paga di un Vigile del Fuoco di Roma con diversi anni di anzianità al quale il ministero dell'Interno ha applicato in un solo mese il conguaglio dell'imposta sul reddito. E così è scattata la gara di solidarietà con una provocazione: “Da oggi in poi chi vorrà scattare un selfie con quelli che chiamano eroi, dovrà pagare: politici e amministratori pubblici per una foto in posa dovranno versare da 150 a 1000 euro”.

Dopo il duro colpo, è l'Usb di Roma a lanciare l'iniziativa per sostenere i colleghi che, “non solo non riusciranno ad arrivare alla terza settimana, ma già da lunedì prossimo dovranno andare da amici e parenti a cercare soldi per andare avanti”, spiega Costantino Saporito, coordinatore nazionale del sindacato di base e in prima fila per la difesa dei diritti dei Vigili del Fuoco. Dopo anni di denunce su mezzi fatiscenti e le retribuzioni di quelli che vengono chiamati eroi “, solo quando salvano vite umane “e pois biuto dimenticati”, Saporito sfida politici e amministratori pubblici con una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Nonostante questo oltraggio, continueremo a fare soccorso e a salvare vite. Però con una postilla: il politico o l’amministratore che verrà a mettersi in posa per una foto con gli “eroi” di turno (ma quanto vi piace chiamarci eroi?), dovrà pagare. Tranquilli però, praticheremo tariffe sicuramente alla loro portata, visti gli emolumenti che amano riservarsi.

Il tariffariuo per politici che chiedono i selfie

- selfie con un Vigile del Fuoco in divisa da intervento: € 150;

- foto con casco o felpa Vigili del fuoco: € 200;

- selfie con una intera squadra operativa: € 750;

- foto con abbraccio (modello Renzi) o pacche sulle spalle (modello tutti): € 1000.

"Vista la grande richiesta, sono previsti sconti per comitive di politici e amministratori. Rilasciamo regolare ricevuta. Siamo certi che ricorrendo a questo piccolo strumento saremo in grado di affrontare gli aumenti di benzina, luce, mutuo, gas, spesa, ecc.! E magari ci scappano anche i soldi per bende e cerotti, perché quando ci facciamo male – come accade – non abbiamo nemmeno l’INAIL (prenda nota anche di questo, nella sua agenda)”.


 

Il ministero degli Interni si accorge dell'assurdo e scrive al Mef

E mentre Saporito scrive a Meloni e denuncia che “con il rinnovo del contratto, non sono arrivate nemmeno le briciole, visto che le tasse si sono mangiate ogni cifra che ci era stata promessa”, il Ministero scopre che non può lasciare migliaia di persone senza stipendio e in una nota ufficiale il Direttore Centrale per le Risorse Finanziarie, Fabio Italia, prende un impegno e chiede al Mef di poter intervenire: “Considerato che la circostanza descritta sta determinando situazioni di notevole disagio per il personale interessato, anche ai fini la salvaguardia di un trattamento economico mensile che garantisca livelli minimi di sussistenza, in assenza di elementi ostativi sotto il profilo tecnico ovvero normativo, si prega di valutare positivamente l’opportunità di intervenire, già dalle emissioni in lavorazione del corrente mese di febbraio, o comunque per la quota di debito eventualmente residua a decorrere dalla successiva mensilità di marzo, per la rateizzazione del prelievi di cui trattasi, pur con la possibile applicazione delle maggiorazioni dovute nella fattispecie per interessi”.

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